domenica, Dicembre 15, 2024

La truffa del finto carabiniere approda a Palermo. La polizia denuncia due persone e restituisce ad anziana soldi e gioielli

polizia finto carabiniere

Approda a Palermo la truffa del finto carabiniere che comunica l’arresto o l’incidente di un congiunto, segnalata nelle scorse settimane anche nel comprensorio nebroideo dai nostri lettori e fortunatamente andata a vuoto (qui la notizia).

Nella giornata di ieri lieto fine anche a Palermo, dove la Polizia di Stato ha riconsegnato la refurtiva, provento di una truffa recentemente sottratta ad un’anziana donna ed ha denunciato all’Autorità Giudiziaria due soggetti di origine campana, ritenuti responsabili di truffa aggravata.

Le indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, scaturiscono da una presunta truffa consumata ai danni di una donna di 83 anni residente nel palermitano, contattata sulla propria utenza fissa da un sedicente carabiniere, il quale la informava che il figlio era stato coinvolto in un grave incidente stradale in cui aveva investito due persone, una delle quali era deceduta. Per tale motivo – sempre secondo il falso militare – l’uomo si trovava in stato di arresto presso le camere di sicurezza dell’Ospedale Civico di Palermo. Seguiva quindi una richiesta di denaro e/o monili, finalizzata ad evitare al congiunto di finire in carcere.

L’anziana vittima, colta ovviamente di sorpresa dalla scioccante notizia, si adoperava per raccogliere quanto in suo possesso per una somma di 700 euro in contanti, più alcuni gioielli e monili in oro. Trascorso qualche minuto la donna, impegnata costantemente al telefono, udiva suonare il campanello dell’abitazione, ed apriva la porta a quello che il suo interlocutore telefonico le presentava come un “incaricato del giudice”, a cui consegnava denaro e gioielli. La telefonata veniva, quindi, interrotta, con la raccomandazione che nel caso in cui ci fossero stati aggiornamenti, la donna avrebbe dovuto consegnare altri beni.

Gli investigatori della Squadra Mobile di Palermo hanno avviato i primi accertamenti partendo dalla descrizione del soggetto che si era fatto consegnare il bottino. Successivamente sono state acquisite le immagini delle telecamere cittadine presenti sul luogo del fatto e la loro attenzione è stata subito attirata da un’autovettura intestata ad un soggetto di origini campane.

Ritenendo che gli esecutori materiali del delitto potessero effettivamente provenire dalla provincia di Napoli ed utilizzare il mezzo navale per raggiungere il centro palermitano, gli operatori della Sezione Reati contro il Patrimonio allertavano il personale della Polizia di Frontiera Marittima di Palermo, avendo il sospetto che i truffatori potessero far rientro a Napoli per le imminenti festività. Tale intuizione investigativa si rivelava fondata, in quanto il 5 gennaio scorso l’autovettura in questione, con a bordo due soggetti di origine campana, veniva fermata prima dell’imbarco per il capoluogo partenopeo.

La successiva perquisizione personale ha consentito di recuperare tutta la refurtiva sottratta all’anziana signora, a cui è stata riconsegnata da personale della Squadra Mobile e della Polizia di Frontiera Marittima di Palermo. I due sospettati, invece, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per il reato di truffa aggravata.

La Polizia di Stato ricorda che la prima forma di tutela per reati di questo genere sia quella della prevenzione, fondata sull’alta soglia di attenzione che deve essere mantenuta in tutti i possibili casi di truffa. Si ritiene opportuno rammentare come sia fondamentale non aprire mai la porta a sconosciuti che non siano in grado di identificarsi compiutamente, anche se indossano un’uniforme o assumano l’aspetto di distinti professionisti.

Prima di aprire la porta di casa è necessario ricevere concrete rassicurazioni, ricordando che nessun operatore delle Forze dell’Ordine o di altre pubbliche amministrazioni è autorizzato ad acquisire denaro contante o altri beni direttamente dal cittadino.

Inoltre in caso di telefonate dal contenuto allarmante – come nel caso descritto – si invita sempre a contattare prima i numeri di emergenza delle forze dell’ordine per riscontro e chiamare sempre i propri familiari avvertendoli di quanto avviene.

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