giovedì, Maggio 2, 2024

Sant’Agata Militello: al campetto della parrocchia “Sacro Cuore” si è disputato il torneo di calcio a 7 “ChiAmati in campo”

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Per iniziativa del Servizio di Pastorale Giovanile, diretto da don Salvatore Chiacchiera, del Servizio per il Turismo, Sport e Tempo Libero, diretto da don Giuseppe Pichilli, e del Centro Vocazioni della diocesi di Patti, nel campetto della parrocchia “Sacro Cuore” di Sant’Agata Militello si è disputato il torneo di calcio a 7 “ChiAmati in campo”.

blankE’ stata una giornata all’insegna del divertimento, della fraternità e dello sport, che ha coinvolto sei squadre composte da giovani della diocesi che si sono confrontati in un
coinvolgente torneo che ha visto la vittoria della formazione “Santa Lucia” di Sant’Agata Militello.

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Anche il Vescovo di Patti monsignor Guglielmo Giombanco ha voluto presenziare all’evento; nel suo intervento, ha sottolineato, rivolgendosi ai giovani:

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“La vostra presenza è segno di vitalità; ogni gara è una competizione e la competizione
più bella è vivere momenti di incontro, stando insieme, perché stando insieme uno riceve dall’altro. E poi la competizione è bella anche perché ci rende protagonisti”.

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“Ciascuno di voi – ha proseguito – ha qualcosa da donare all’altro. La competizione in ciò che è bello e buono è una gara in cui tutti insieme si vince e quando si vince insieme
al tempo stesso si cresce insieme. Lo sport ha una forte valenza educativa perché ci educa ad offrire il meglio di noi stessi, a gareggiare nella competizione reciproca, a fare squadra, dove tutti hanno un ruolo e tutti sono impegnati ad ottenere i migliori risultati. E non si gioca solo per vincere, ma soprattutto perché lo sport aiuta a vivere pienamente la vita insieme agli altri”.

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“Le vittorie – ha detto ancora il Vescovo – sono frutto di sacrifici, di allenamenti. Oggi si dice che i giovani non vogliono fare sacrifici; non è vero, perché nello sport i sacrifici li fate e ciò richiede non solo uno sforzo fisico ma anche di concentrazione”.

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Da qui l’esortazione ad avere “un atteggiamento di allenamento, a non rimanere mai statici, sedentari, seduti in poltrona. Quando giocate è segno di vita, esuberanza, che dovete portare agli altri”.

blank“In una società di chiusure, individualismo, questi momenti di gioco insieme – ha concluso il Vescovo – di condivisione, sono momenti che ci aiutano a camminare insieme agli altri e a sostenerci l’uno con l’altro”.

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