giovedì, Dicembre 12, 2024

Call center fantasma per il fisco. Presunta evasione da oltre 6, 5 mln di euro per impresa del catanese

guardia finanza catania

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, impegnati nel contrasto all’evasione fiscale, hanno recentemente concluso nel territorio paternese una verifica fiscale nei confronti di una ditta individuale sconosciuta al fisco, che ha permesso di constatare l’omessa dichiarazione di oltre 12.000.000 di euro che avrebbe consentito un’evasione alle imposte dirette per 4.500.000 di euro, all’I.V.A. per 1.500.000 euro e all’IRAP per 650.000 euro.

L’attività ispettiva svolta dai finanzieri della Compagnia di Paternò, per il periodo 2017-2023, ha riguardato un’impresa operante nel settore dei “call center”, dedita alla promozione e stipula di contratti energetici e telefonici per conto di aziende operanti sul territorio nazionale, risultata essere evasore totale. A seguito del riscontro di ripetute e gravi violazioni alla normativa tributaria, derivanti dall’esame degli aspetti contabili e gestionali dell’impresa, si è proceduto con un’accurata analisi delle movimentazioni bancarie acquisite per effetto di mirate indagini finanziarie che hanno riguardato 18 rapporti finanziari presso istituti bancari nazionali; 2 conti corrente non nazionali, ottenute grazie alla collaborazione con organi collaterali esteri.

I rapporti bancari aventi sede in Lituania e Germania registravano oltre 22.000 operazioni bancarie non suffragate da idonea documentazione.

Per tali ragioni, il responsabile della ditta individuale – nell’attuale stato del procedimento in cui non si è ancora pienamente instaurato il contraddittorio con la parte – è stato denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania per infedele presentazione della dichiarazione annuale e per l’omessa presentazione delle dichiarazioni annuale. Inoltre, gli investigatori sarebbero risaliti all’acquisto in Lituania di criptovalute per circa € 1.000.000 di euro, per le quali il titolare della ditta avrebbe utilizzato parte dei proventi derivanti dall’evasione delle imposte. La condotta, penalmente rilevante, è stata segnalata dalle Fiamme Gialle alla competente Autorità Giudiziaria perché costituente fattispecie di autoriciclaggio.

A seguito degli elementi emersi è stato richiesto il sequestro per equivalente per oltre 7.000.000 di euro e l’adozione di misure cautelari fiscali agli uffici finanziari competenti.

 

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