sabato, Dicembre 14, 2024

Patti: la “meravigghia” del dialetto siciliano raccontata dagli alunni della scuola primaria dell’Ic Pirandello

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Tenere vivo e diffondere il dialetto siciliano pure tra le nuove generazioni. Questo lo spirito del progetto “Chista si chiama meravigghia” realizzato nell’ambito del modulo “Teatrando 2” del Pon Fse – Socialità, apprendimenti, accoglienza – Giochi d’estate 2”. Protagonisti un gruppo di alunni delle classi terze, quarte e quinte della scuola primaria dell’istituto comprensivo “Pirandello”, diretto dalla professoressa Clotilde Graziano.

I ragazzi, guidati dall’esperto professoressa Daniela Spinella e dal tutor professoressa Titti Molica, coadiuvate dai collaboratori scolastici Angela Giardina e Sergio Gimmillaro, hanno portato in scena, al cospetto degli entusiasti genitori, canti – accompagnati dai tamburelli e dal professore Nicola Arrigo alla chitarra – proverbi, filastrocche in siciliano e un cruciverba umoristico.

blankInoltre, hanno proposto due balletti. Sono riusciti ad essere così coinvolgenti che, alla fine, hanno concesso il bis di “Ciuri ciuri”, con grande partecipazione del pubblico. Il progetto ha avuto la finalità di avvicinare ed appassionare i ragazzi alle tradizioni popolari siciliane
(sempre meno conosciute), al dialetto (sempre meno parlato) e al patrimonio culturale della nostra terra (musica, danza, storia locale, folklore, prosa, testi poetici).

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Inoltre, ha inteso rafforzare il legame tra scuola e territorio, attraverso il recupero di alcune tradizioni, affinchè si rafforzi il senso di appartenenza degli alunni e il legame con le proprie radici.

“In poco tempo – evidenzia la dirigente Graziano – ragazzi e docenti sono riusciti a
mettere insieme una rappresentazione eccellente, coinvolgente, che ci fa anche riflettere sul valore immenso del nostro patrimonio culturale, in primis il dialetto che, purtroppo, sembra essere ormai in disuso. Per questo il nostro istituto, anche negli anni a venire, si farà promotore di altre iniziative atte proprio a salvaguardarlo e a valorizzarlo”.

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“Il Pon – evidenziano le docenti Spinella e Molica – è stato molto utile anche per far sviluppare la solidarietà tra compagni ed insegnanti e riuscire a superare difficoltà caratteriali di adattamento e di timidezza. Inoltre, ha fatto capire l’importanza del raggiungimento di un obiettivo comune pur mantenendo la propria specificità”.

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