giovedì, Maggio 2, 2024

Allarme siccità: preoccupano i dati relativi agli invasi in Sicilia

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Fiumi, laghi, montagne, ne danno già chiari segnali. Ma non c’è troppo da sorprendersi se quello della siccità è ormai un allarme che scatta sempre prima. Un po’ come l’Overshoot Day, o l’accelerazione degli eventi climatici estremi in generale.

Nello specifico, la Sicilia, considerata la carenza di piogge negli ultimi mesi e l’obsolescenza delle infrastrutture per la raccolta delle acque piovane di cui è dotata, presenta un quadro a dir poco preoccupante.

I dati raccolti e pubblicati dall’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico Regionale, aggiornati al primo aprile, infatti, parlano chiaro: se gli invasi del territorio hanno guadagnato il 12% di acqua rispetto allo scorso mese, a confronto con lo stesso periodo del 2022 permane un gap del 19% circa, con punte di deficit che raggiungono anche l’80%, come nel caso del lago di Pozzillo, nell’Ennese, mentre in molte altre strutture, come il Rosamarina e il Poma nel Palermitano, il calo della risorsa idrica supera la media regionale, attestandosi intorno al 22%.

Insomma, la situazione attuale delle dighe, nonché quella che si prospetta a breve e medio termine, è piuttosto drammatica, e preoccupa non poco gli agricoltori siciliani. Ma non siamo un’eccezione, in Italia.

Il Consiglio dei Ministri, infatti, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti per la prevenzione e il contrasto della siccità e per il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche. Il sistema di governance delineato prevede, nello specifico, l’istituzione della cabina di regia, con il compito di effettuare una ricognizione delle opere e degli interventi di urgente realizzazione, per far fronte, nel breve termine, alla crisi idrica, e la nomina di un Commissario straordinario nazionale per la scarsità idrica, che resterà in carica fino al 31 dicembre 2023 e potrà essere prorogato fino al 31 dicembre 2024.

L’obiettivo, tra gli altri, è anche quello di sopperire alle mancanze, ai ritardi, o ancora all’inerzia delle singole Regioni, e la speranza, perciò, è che tale presa di posizione si traduca concretamente, se non in pioggia dal cielo, almeno in una qualche forma di manna che ci eviti di rimanere, in tutti i sensi, a bocca e terra asciutte.

Articolo di Federica Margherita Corpina

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