mercoledì, Maggio 15, 2024

“Barone Romeo” di Patti: Se questo è un ospedale…., la nota del comitato Aretè

224860517_10223713174489235_427716879704270473_n

Se questo è un ospedale! Il “Barone Romeo” di Patti. Anzi, se questo è un ospedale depotenziato che prosegue verso il depotenziamento. Una considerazione che se ne deduce da quanto scrive in una nota il presidente del comitato Aretè di Patti Carmelina Lipari,  inviata al commissario straordinario dell’Asp di Messina Bernardo Alagna, al direttore sanitario dell’Asp di Messina Domenico Sindoni al direttore sanitario del “Barone Romeo” di Patti Giovanni Merlo.

Da quanto tempo si dibatte sulle carenze di personale medico ed infermieristico e su liste di attesa improponibili. A qualcuno interessa? A nessuno di chi è preposto a risolvere la situazione; il comitato Aretè, che si batte per la tutela dell’ospedale pattese ha scritto nel silenzio assoluto. In avanti i reparti si stanno indebolendo; da anni si attendono i primari di ortopedia e radiologia.

Una delle chicche è quella dell’emodinamica, un servizio “salva-vita” che resta chiuso durante le ore notturne; cosa se ne deduce? Che se hai un infarto di notte aspetti la mattina oppure vai in un altro ospedale.

Un’altra chicca è quella del pronto soccorso; spesso c’è un solo medico di turno e i pazienti attendono ore interminabili, per poi sentirsi dire che devono andare in altri presidi per la mancanza dello specifico reparto o di posti letto. Di questo c’eravamo occupati la scorsa estate, quando al parente di un utente erano saltati i gangheri, perché era entrato al pronto soccorso nel pomeriggio e si era ancora a notte inoltrata con un quasi nulla di fatto con il poco personale in servizio. Anche in quella occasione avevamo detto che i medici erano all’osso e venivano assicurati i turni a rotta di collo.

Terza chicca quella della risonanza magnetica; il comitato Aretè scrive che funziona solo due volte a settimana e solo per cervicale e lombare, con bambini trasferiti in altre strutture per una risonanza all’encefalo. Poi, scrive ancora Aretè, alcuni reparti sono ospitati nei “corridoi” con accorpamenti per carenza di personale, tra i disagi inenarrabili che giornalmente subiscono i pazienti e tutto il personale sanitario.

Solo chi lavora dentro l’ospedale, prosegue il presidente Lipari, conosce i sacrifici che giornalmente si vede costretto a fare, per colmare questa mancata organizzazione e qualità dirigenziale. E rivolgendosi ai vertici dell’Asp, il comitato chiude: perché non ci date spiegazioni, soluzioni e rassicurazioni vere, senza parole o giustificazioni, perché tutti i cittadini, se questo è un ospedale, se questa è la sanità e poi medici, infermieri e personale sanitario meritano rispetto e considerazione.

Facebook
Twitter
WhatsApp