giovedì, Dicembre 12, 2024

Mafia – Condanne per 400 anni in abbreviato per la riorganizzazione della famiglia barcellonese

tribunale riesame messina

Giudizi abbreviati, 39 in tutto, per la riorganizzazione del gruppo mafioso a Barcellona Pozzo di Gotto, formalizzata in un’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia e dei carabinieri del comando provinciale di Messina e delle compagnie di Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo; un’attività investigativa iniziata nel 2018, che culminò nel febbraio 2022 con 86 arresti, per reati contestati, tra gli altri e a vario titolo, associazione di tipo mafioso e finalizzata al traffico di droga, estorsione e scambio elettorale politico-mafioso.

Il gup del tribunale di Messina Simona Finocchiaro ha disposto 33 condanne e 6 assoluzioni. Tra le condanne più pesanti quelle a carico di Carmelo Vito Foti, Mariano Foti e Giacomo Maurizio Sottile, venti anni di carcere ciascuno. Il giudice ha disposto anche per alcuni imputati l’interdizione dai pubblici uffici, la libertà vigilata, dissequestri, confische e assoluzioni parziali.

Sei sono state le assoluzioni totali per non aver commesso il fatto: Pietro Guerriera, Natale Morasca, Filippo Iannello, Maurizio Iannello, Carmine Di Natale e Salvatore Torre.

Una buona parte degli imputati sono stati condannati in solido al risarcimento del danno alle parti civili costituite in giudizio da liquidarsi in separata sede: l’associazione Rete per la Legalità Sicilia asp, associazioni e fondazioni contro il racket e l’usura, il centro studi e iniziative culturali Pio La Torre onlus, l’associazione antiracket e antiusura di Terme Vigliatore Fonte di Libertà, la Fai federazione Italiana Antiracket, l’associazione comitato Addiopizzo Messina odv e l’associazione rete per la legalità Barcellona.

I Pm della Dda, al termine della loro requisitoria, avevano chiesto pene per 396 anni di carcere. Hanno difeso gli avvocati Filippo Barbera, Santi Certo, Tino Celi, Carmelo Monforte, Salvatore Silvestro, Sebastiano Campanella, Paolo Pino, Antonino Giacobello, Tommaso Calderone e Gaetano Pino.

Facebook
Twitter
WhatsApp