mercoledì, Dicembre 11, 2024

Patti: la speranza della donazione contro ogni pregiudizio, il ricordo sempre vivo di Rossella

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Speranza. E’ stata questa la “parola chiave” che è più volte risuonata durante l’incontro on line, organizzato dall’Istituto Comprensivo “Pirandello” di Patti, grazie principalmente all’impegno della professoressa Mariella Scardino, sul tema “La donazione è un atto d’amore infinito. Donare è vita”.

E’ stata, come sempre, l’occasione per ricordare la professoressa Rossella Rampulla, a dodici anni dalla sua prematura scomparsa, che donando i suoi organi, grazie al consenso del marito Massimo, ha permesso a quattro persone di riassaporare il dolce gusto della vita. Quindi è stata l’ennesima opportunità per sensibilizzare sul tema della donazione i nome di una persona che, come sottolineato all’unisono dalla dirigente dell’istituto “Pirandello”, professoressa Tilde Graziano, dal sindaco Gianluca Bonsignore e dall’assessore comunale
alla sanità Tanino Crisà “è sempre viva fra noi e che tutti portiamo nel cuore”.

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Con dovizia di particolari, il dottore Francesco Puliatti, direttore del Coordinamento Donazione e Trapianto di tessuti del Policlinico di Messina, ha evidenziato che “la disponibilità di organi per il trapianto è enormemente sbilanciata rispetto al bisogno”, ribadendo quanto sia importante “dichiarare in vita il proprio intento di donare, anche per evitare di dover interpellare i parenti in un momento così tragico come quello della morte”.

“Purtroppo – ha aggiunto Puliatti – sono ancora troppo diffusi ignoranza e pregiudizio; non bisogna, allora, avere paura di affrontare simili argomenti ed è necessario essere informati. In un momento di dolore immane, pensare al dolore degli altri è un atto eroico. La donazione degli organi non fa bene solo a chi riceve ma anche a chi la fa; è un modo per vivere la morte, per aprire le porte alla speranza. Per questo non intendiamo solo ricordare
Rossella, bensì diffondere la consapevolezza di quanto sia importante informarsi su un argomento triste sì, ma che da speranza. Non possiamo rendere bella la morte, ma
possiamo rendere bella la vita”.

blankTema ripreso dal professore Vittorio Cannata, presidente del gruppo comunale “Alba Munafò” dell’Aido di Milazzo: “Donare non è solo una parola, è un gesto di amore infinito, per cui bisogna ripartire proprio dalla dinamica del dono, che può salvare una vita”. Dono che Cristina Zambonini, la cui testimonianza è stata davvero molto toccante, visto che ha
ricevuto due volte, a 20 e a 31 anni, il dono di un cuore, a causa di una cardiopatia dilatativa fulminante. “La mia esperienza di malattia – ha spiegato – è stata anche di
rinascita. Provo un senso di profonda gratitudine verso chi ha donato e anche per questo ho deciso, con alcune amiche, di fondare un’associazione, Cuori 3.0, con la quale siamo
innovativi perché andiamo a parlare di donazione dove non te l’aspetti (sfilate di moda, concerti, serate). A tutti diciamo quanto sia bello trasformare la morte in una nuova
opportunità di vita”.

Vita “nuova” è sicuramente quella di Salvo Conoscenti, che da Rossella ha ricevuto un rene: “E’ un miracolo che continua ancora; infatti, l’organo donato permette l’incontro fra donatore e ricevente”. “Il dono – ha rimarcato don Dino Lanza, parroco di “Santa Lucia” di Sant’Agata Militello e direttore del Centro Vocazioni della diocesi di Patti – non si può improvvisare, è qualcosa che matura nel tempo. L’amore non si spreca e diventa compassione, nel senso di soffrire con; essa traduce concretamente che c’è più gioia nel dare che nel ricevere. La vita diventa gioia e la gioia diventa vita”.

Massimo Busco, marito di Rossella, tra l’altro pure lui trapiantato di cuore, ha evidenziato come “oggi, visto il sopravvento dell’egoismo, sia fondamentale recuperare sensibilità, disponibilità all’ascolto”. “Nella fede – ha aggiunto – ho trovato la forza per riprendermi la vita. Mi piace pensare Rossella felice e serena anche nella vita eterna e proprio questo pensiero è per noi motivo di grande gioia e ci dà la forza di andare avanti”. “Quello di
oggi – ha concluso – è un messaggio soprattutto alle giovani generazioni, affinchè la donazione diventi un fatto normale. Dentro di noi c’è una grandezza: importante è
rendersene conto”.

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