sabato, Aprile 20, 2024

Galati Mamartino, “l’Assessore Truglio si dimetta”

“Una cosa è certa: il sottoscritto non ha nessuna intenzione di venir meno al “patto” di durata quinquennale stipulato con gli elettori nel 2016”.

E’ questa la frase con cui il Sindaco di Galati Mamertino, Antonino Baglio, sigilla una luna nota pubblica indirizzata alla cittadinanza, con la quale intende dissipare dubbi e pettegolezzi, su quanto accaduto nel gruppo di maggioranza. Un trasferimento per motivi di lavoro ha obbligato il presidente del consiglio in carica, Calogero Barone, a rassegnare le proprie dimissioni nel mese di giugno.  Il Sindaco Baglio, da un’espressa indicazione al proprio gruppo, sul possibile candidato, figura che garantisca continuità, in seno al civico consesso, alla rappresentanza della frazione di S. Basilio, di cui Barone è espressione. A sorpresa, il voto contrario del consigliere ed Assessore al Bilancio, Antonella Truglio. Si incrina, in tal modo, il “rapporto di fiducia” tra il primo cittadino e la componente dell’esecutivo. Un simile “voltafaccia”, indubbiamente ha creato una grave frattura politica all’interno del gruppo “ViviAmo Galati”. Formale sfiducia, quindi, al consigliere, alla quale il Sindaco espressamente ha richiesto di rassegnare le dimissioni da Assessore, pur continuando a svolgere il proprio ruolo di consigliere e pur elogiando le indiscusse le capacità tecniche della commercialista, pubblicamente ringraziata, anche e soprattutto per l’apporto alla redazione del piano di riequilibrio finanziario del Comune, gravato da un debito fuori bilancio di circa 1.200.000 euro nel 2016. La polemica non è affatto chiusa, però. Non tarda ad arrivare infatti, la presa di posizione del gruppo “Nuovamente Galati” per mano di Andrea Fabio, il quale, non risparmia al sindaco l’aperta condanna per la revoca del mandato, puntando l’indice contro un gesto che rappresenterebbe un atto di continuità con quel tipo di politica che garantisce la rotazione degli assessori della precedente amministrazione e mero frutto di accordi esterni e spinte politiche. In buona sostanza, chiede che venga rispettato il principio per cui un assessore venga valutato per i risultati ottenuti su programmi e progetti a lui affidati e che si esca dalla logica per la quale si cerca il consenso dei gruppi civici che garantiscono più voti.

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