C’è la sparizione di una serie di testi antichi, i primi ad essere pubblicati con la nascita dei caratteri di stampa mobili, dietro la misteriosa morte di un frate cappuccino, Leo, pronto a denunciare un traffico di incunaboli e cinquecentine.
“Il lago delle oche zelanti” è il fantasioso titolo della quinta avventura di Anna Dalù, la giornalista-detective nata dalla penna di Enzo Basso, Clipping edizioni, pag. 145, che sarà in distribuzione nelle edicole e nelle principali librerie di Messina, oltre che su Amazon, dove è disponibile l’intera collana, I Guastatori.
Quasi per caso, Anna Dalù si immerge nel mondo delle biblioteche, dopo che il suo amico etnoantropologo Adolfo Inglese chiude la carriera alla Biblioteca regionale di Messina. A mettere le mani sui testi rari, oltre un gruppo organizzato di antiquari nazionali, c’è l’Accademia degli Zelanti, una associazione della quale fanno parte insospettabili bibliofili, una setta con la passione segreta del potere.
Dopo due viaggi nel cuore della Sicilia, al centro di restauro della patologia del libro a Mezzojuuso, gestito dai frati basiliani di rito greco bizantino e una tappa a Riesi dai genitori del giovane frate strangolato in biblioteca, Anna Dalù decide di ricorrere alla sua tecnica di guastatrice per mettere in crisi quel mondo dedito alla sottrazione dei libri, avviluppato nella ragnatela di istituzioni locali che incolla tutti i protagonisti della storia nel mastice delle complicità.
Sarà il fiuto di Giovanni Agati, con la sua esperienza di investigatore, a farle trovare le prove del grande inganno messo in opera per sviare le indagini sull’omicidio di frate Leo, maturato da un raptus dopo che il giovane ha minacciato di denunciare le sottrazioni di libri rari nelle biblioteche.
Anna Dalù trova la chiave del mistero dopo l’adozione di una serie di simboli e di terminologie interne e segrete all’Accademia degli Zelanti, l’associazione segreta che raggruppa pezzi di istituzioni preposte anche a indagare sull’omicidio del fraticello, insabbiato con il falso movente di un litigio con un altro frate anziano, che soffre di disturbi mentali.
La verità mescolata alla menzogna, retta dalle complicità dentro le istituzioni.