lunedì, Aprile 29, 2024

Operazione “Beta”, fissata ad aprile 2022 la prima udienza d’appello

tribunale messina

E’ stata fissata per venerdì 1 aprile prossimo l’udienza di apertura del processo di secondo grado alla corte d’appello di Messina contro la sentenza di primo grado per i riti ordinari pronunciata nel dicembre 2020 nel procedimento scaturito dall’inchiesta della DDA messinese denominata “Beta”. L’operazione era sfociata a luglio nel 2017 nell’esecuzione di 30 misure cautelari.

Si tratta di uno dei più importanti processi sulla criminalità organizzata a Messina, che deve fare luce sui presunti rapporti tra mafia, imprenditoria e colletti bianchi. Al centro dell’inchiesta “Beta” una cellula della famiglia catanese di Cosa Nostra “Santapaola-Romeo” che operava nella Città dello Stretto. Una cosca, secondo gli inquirenti, capace di teorizzare l’abbandono delle forme criminali violente e del rituale mafioso per gestire società di servizi, controllare in modo diretto appalti anche su scala nazionale, gestire il gioco illegale e le scommesse della massima serie calcistica, operare attraverso la corruzione e il clientelismo il controllo sull’attività di enti pubblici, attivare informatori e complici presso uffici pubblici.

Parte dell’impianto accusatorio si reggeva sulle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Queste le accuse originarie, a vario titolo: associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, estorsione, corruzione, trasferimento fraudolento di valori, turbata libertà degli incanti, esercizio abusivo dell’attività di giochi e scommesse, riciclaggio, reati in materia di armi ed altro.

Pesantissime le pene inflitte in primo grado: 14 anni per l’avvocato Andrea Lo Castro, considerato dagli inquirenti il professionista di fiducia del gruppo, 13 per il costruttore Carlo Borella, già presidente dell’Associazione messinese dei costruttori e a Stefano Barbera, 16 a Francesco Romeo, 12 a Pietro e Vincenzo Santapaola; 12 anni e 8 mesi a Ivan Soraci e Michele Spina, 10 anni a Fabio Lo Turco, 9 anni al tecnico comunale Raffaele Cucinotta; Giuseppe Amenta, Domenico Bertuccelli, Salvatore Boninelli, Salvatore Galvagno, Carmelo Laudani e Salvatore Piccolo condannati a a 2 anni e 8 mesi di reclusione; Silvia Gentile a 3 anni e due mesi di reclusione; Guido La Vista a un anno e tre mesi; Gaetano Lombardo a 3 anni e sei mesi di reclusione; Alfonso Resciniti a 2 anni e sei mesi.

 

 

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