mercoledì, Dicembre 11, 2024
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Falcone – Brucia il furgone ad imprenditore perché non aveva saldato un debito, arrestato 73enne per incendio doloso e tentata estorsione

Incendio furgone uno

Nelle prime ore della mattina odierna, a Catania, i Carabinieri della Stazione di Falcone hanno dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere a carico di un 73enne di area catanese, commerciante all’ingrosso di prodotti ittici, poiché ritenuto responsabile dei reati di violazione di domicilio, incendio doloso, tentata estorsione e atti persecutori commessi ai danni di un imprenditore operante nell’analogo settore ittico, nella zona di Patti e Falcone.

L’odierno provvedimento scaturisce dalle indagini delegate ai Carabinieri della Stazione di Falcone e coordinate dalla Procura della Repubblica di Patti, a seguito dell’incendio di un furgone adibito a trasporto ittico, occorso nella notte del 14 Novembre u.s..

Gli accertamenti esperiti nell’immediatezza del fatto, in primis l’acquisizione dei filmati di video sorveglianza privati posti nelle vicinanze, consentivano di accertare come una persona, poi risultata essere l’odierno indagato, sfruttando le ore notturne, dopo aver parcheggiato la sua autovettura e scavalcato un cancello, si fosse introdotto all’interno di un complesso residenziale di Falcone, per poi appiccare l’incendio del furgone utilizzato dall’imprenditore di area pattese per il trasporto di prodotti ittici.

Le fiamme, subito divampate, oltre a distruggere il mezzo, risultato completamente carbonizzato, avevano provocato seri danni anche alle abitazioni di alcuni condomini, attingendo gli impianti idrici e i condizionatori esterni, creando una situazione di oggettivo pericolo per gli abitanti del complesso residenziale; solo il sollecito intervento dei Vigili del Fuoco di Patti consentiva di domare le fiamme e scongiurare ogni pericolo.

Le immagini acquisite, successivamente, sono state analizzate e comparate con le risultanze di altri accertamenti, quali l’analisi dei transiti autostradali effettuati dall’indagato e dei suoi tabulati telefonici, indizi che hanno consentito agli inquirenti di avviare una attività di intercettazione sulle utenze a costui in uso.

Tali attività captative, in particolare, hanno consentito di comprendere i retroscena di quella grave azione.

Infatti all’inizio dell’anno, l’indagato aveva eseguito una fornitura di prodotti ittici nei confronti dell’imprenditore pattese; quest’ultimo non era riuscito ad onorare il debito contratto per quella fornitura e, per tale motivo, era stato sottoposto da parte del soggetto catanese ad una lunga serie di pressioni, minacce e vessazioni dirette ad onorare quel debito, poi culminate con l’incendio del furgone.

Anche l’esame di alcuni messaggi vocali inviati dall’odierno indagato ha dimostrato il pesante clima di intimidazione cui è stata sottoposta la persona offesa nel corso del tempo (“Ho capito che ti devo venire a cercare per forza…”; “Ma quando ti prendo te la sfondo la testa…”; etc.).

L’indagato, anche dopo l’incendio, non aveva esitato a recarsi nuovamente nell’area di Patti al fine di “ricercare” personalmente il suo debitore e costringerlo in tutti i modi a saldare il debito.

Talmente pressanti erano state le minacce che il giorno 29 novembre u.s., costui veniva fermato e sottoposto a controllo stradale dai Carabinieri della Radiomobile di Barcellona, su richiesta della Stazione di Falcone, anche al fine di evitare nuovi pericolosi contatti con il suo debitore.

Dalle indagini svolte, in ogni caso, è emerso come il soggetto di area catanese avesse posto in essere quelle gravi minacce non solo al fine di riscuotere il proprio credito, ma anche allo scopo di inserirsi nel mercato di riferimento dell’imprenditore di area pattese e di subentrare a costui nelle forniture di prodotti ittici, così ritagliandosi una nuova fetta di mercato nella zona.

A seguito degli elementi indiziari raccolti, la Procura della Repubblica di Patti ha avanzato richiesta di misura cautelare al Giudice delle Indagini Preliminari, dott. Ugo Molina, il quale ha condiviso l’operato degli inquirenti.

L’odierno indagato, arrestato, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Catania.

Si precisa, in ogni caso, che il procedimento pende tuttora in fase di indagini preliminari, e che, in ossequio del principio di non colpevolezza fino a sentenza definitiva di condanna, sarà svolto ogni ulteriore accertamento che dovesse rendersi necessario, anche nell’interesse dell’indagato.

Il presente comunicato stampa è stato reso anche allo scopo di agevolare l’emersione di situazioni similari – gravi fattispecie di reato – , stimolando la collaborazione dei cittadini e/o di specifiche componenti della società civile nell’attività di denuncia e/o di collaborazione alle indagini.

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