venerdì, Maggio 17, 2024

Furti di escavatori: condanna annullata in appello e disposta la prescrizione

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Si è concluso con una sentenza di assoluzione un processo iniziato davanti al Tribunale di Patti che aveva visto alla sbarra otto imputati per plurimi reati contro il patrimonio. 

Tra questi B.G., classe 1964, accusato di associazione per delinquere, furto e ricettazione di escavatori e macchine industriali, era stato condannato invece dal tribunale pattese a 5 anni e 4 mesi di reclusione, perchè, tra il 2008 ed il 2009, avrebbe fatto parte di un sodalizio criminale e avrebbe sottratto a ditte edili di Sant’Agata Militello, Caronia ed Acquedolci escavatori “Caterpillar” per poi rivenderli in Marocco e anche nell’Est dell’Europa.

Questo gruppo avrebbe organizzato i furti di notte, spostando i mezzi con bisarche, cagionando agli imprenditori locali danni patrimoniali di rilevante gravità. Secondo l’accusa avrebbe perpetrato analoghi furti nelle province di Venezia, Ravenna, Roma, Bologna, Modena, Padova; in riferimento a questi fatti erano state svolte indagini a tappeto su tutto il territorio nazionale ed il gruppo era stato smascherato grazie ai tabulati telefonici e alle conversazioni intercettate.

La sentenza del Tribunale di Patti era stata confermata anche dalla Corte di Appello di Messina. Il legale dell’uomo, l’avvocato Nunziatina Armeli (nella foto), aveva proposto ricorso dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando che non erano stati acquisiti durante i precedenti gradi di giudizio le intercettazioni telefoniche e, pertanto, non erano stati provati i contatti telefonici tra il suo assistito e gli altri associati né la presenza delll’uomo sul luogo dei furti.

La Corte di Cassazione aveva annullato la condanna e trasmesso gli atti alla Corte di Appello di Reggio Calabria per un ulteriore esame del materiale probatorio. Davanti alla Corte di Appello di Reggio Calabria, l’avvocato Armeli ha reiterato la richiesta di acquisizione delle intercettazioni e dei tabulati telefonici e all’esito del giudizio ha chiesto l’annullamento della condanna ed il non diversi procedere per intervenuta prescrizione.

La corte reggina, accogliendo le richieste del difensore, ha annullato la condanna e ha disposto il non doversi procedere per intervenuta prescrizione.

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