mercoledì, Dicembre 11, 2024

Messina – La Giornata Internazionale delle migrazioni

migranti - immagine di repertorio - Am Notizie

Papa Francesco probabilmente è l’unico Capo di Stato che, in maniera seria e convinta, continua a considerare il problema delle migrazioni importante, sia dal punto di vista umano che economico. “Liberi di scegliere se migrare o restare” è il messaggio che ha consegnato alla Chiesa Universale affinché il dialogo possa essere costruttivo mettendo da parte proclami o proposte impossibili da realizzare. Presso l’Istituto Cristo Re di Messina, l’Ufficio Diocesano Migrantes, diretto dal diacono Santino Tornesi, ha organizzato un incontro incentrato sul messaggio di Papa Francesco. Relatori: Padre Felice Scalia gesuita, teologo e scrittore e Tanino Perna, economista e sociologo; ha moderato Domenico Pellegrino referente per l’area formazione dell’Ufficio Diocesano Migrantes. Padre Scalia da teologo illuminato ha cercato di trasferire alcuni degl’interrogativi che ogni credente, dovrebbe porsi: Che cos’è la cultura cattolica? Come sempre, Padre Scalia parla a ruota libera, fuori da ogni schema, “per ricordare che la responsabilità di ogni cristiano deve andare oltre le apparenze”; “Dio passa il suo tempo a sfamare le persone a salvarle da situazione particolare ma anche, a dare speranza”. In questi giorni, ha detto il gesuita Scalia, “anche all’Onu si parla di migranti ma lo si fa, utilizzando un linguaggio ai più incomprensibile e soprattutto, non pensando a tutti quegli esseri umani che scappano dai loro paesi non lo fanno per regalarsi una vacanza ma, per continuare ad essere vittime delle guerre e della disperazione”. Papa Francesco ha affermato Padre Scalia, “ad un certo punto dice a tutta l’umanità di non preoccuparsi di cosa fare di quella “carne inutile” ma di preoccuparsi di cosa non fare con loro”. Parole dure che scuotono le coscienze ma che pochi comprendono e cercano di mettere in atto. Padre Scalia proseguendo con il suo intervento, “parla del disastro ecologico che colpisce soprattutto i paesi più poveri come l’Africa”. Infatti, “laghi che con la loro acqua assicuravano la sopravvivenza di tante persone, nello spazio di una decina di anni si sono prosciugati causando il depauperamento di interi territori”. Tutti questi disastri, afferma il gesuita, sono connessi con un “certo andamento della vita”; le guerre sono il risultato di comportamenti umani legati soprattutto all’aspetto economico considerato quanto è fiorente il mercato delle armi. Proprio a causa di questi fenomeni, ha affermato Padre Scalia, “la gente non è più libera di restare ma è costretta ad andare; se volesse restare dovrebbe continuamente lottare contro coloro che li vogliono schiavi”. Papa Francesco, ha concluso il gesuita, “al fine di porre termine alle migrazioni forzate chiede l’impegno di tutti; questo significa mettersi contro il potere costituito, ciascuno secondo le proprie responsabilità”. Bisogna smettere di speculare sulla sofferenza degli altri e ritornare umani. Tanino Perna ha iniziato il suo intervento “parlando di informazione e di disinformazione perché. pochi sono a conoscenza dei dati reali relativi alle migrazioni”; i più si lasciano influenzare dalle “informazioni” diffuse dai social media senza rendersi conto che molte sono “fake news”.  Perna ha dichiarato che “nel mondo c’è un rifugiato ogni 77 persone; la maggior parte si spostano dai loro paesi, a causa dei disastri degli inquinamenti ambientali ma, non vengono in Europa, si spostano all’interno stesso dell’Africa”. Perna ha ricordato che “nel Congo, da vent’anni c’è un genocidio tra l’indifferenza di tutti; sei milioni di morti e, con tutto il rispetto per l’Ucraina il Congo non fa notizia”. Spesso, ha proseguito Perna, “la disinformazione ha contribuito a far passare l’idea che, le regioni del meridione d’Italia abbiano registrato il maggior numero di immigrati ma, non è così perché il fenomeno dell’immigrazione ha riguardato in particolare Piemonte, Lombardia e Liguria”. Da economista Perna, ha parlato di migranti pensando anche alla ricaduta economica che essi hanno nei parse dove hanno trovato accoglienza e soprattutto lavoro. Avendo un alto senso della famiglia, parte dei loro guadagni lo trasferiscono ai loro familiari. Lo scorso anno, ha dichiarato Perna, “i migranti hanno fatto rimesse per 347 miliardi di questi, 18 miliardi dall’Italia”. Perna ha ricordato che “i migranti sono anche una “ricchezza”; in Italia moltissime professioni artigiane sono scomparse, grazie ai migranti soprattutto siriani, quasi tutti artigiani, molte città dove hanno trovato accoglienza si sono risvegliate anche economicamente”. L’economista ha ricordato uno dei problemi che sta assillando il nostro paese: “mancanza di nascite”. Proprio per evitare anche un crollo economico, considerato che nella scuola molte classi sono state cancellate per mancanza di alunni, Perna “ha sottolineato l’operato virtuoso di alcuni piccoli comuni che sono rinati grazie alla presenza dei migranti”. Perna infine ha ricordato che “il fenomeno migrazione è diventato argomento principale della seduta plenaria dell’Onu solo che è stato incentrato sulla lotta agli scafisti”.  Lo scafista è l’anello debole del traffico di migranti; “solo liberalizzando le immaginazioni puntando all’accoglienza legale ha concluso Perna, si toglie l’arricchimento a coloro che gestiscono il commercio dei migranti”. Tanti gli spunti di riflessioni, adesso bisogna capire cosa è possibile trasferire ai rappresentanti del Governo per aiutarli a riconsiderare il “fenomeno migrazione” non come un problema ma una ricchezza.

Salvo Saccà

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