domenica, Dicembre 15, 2024

Messina celebra i 75 anni della Costituzione Italiana al Teatro Vittorio Emanuele

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Interessante manifestazione organizzata dalla Prefetta di Messina Cosima Di Stani, tenutasi al Teatro Vittorio Emanuele, il cui tema “75 anni e non sentirli” naturalmente gli anni della Costituzione, è risultato rilevarsi molto istruttivo, sia per gli studenti universitari e per gli studenti delle ultime classi degli istituti scolastici messinesi che, per il numeroso pubblico presente. Parlare di Costituzione non è facile però, quando hai un relatore come il prof. Gaetano Silvestri Presidente emerito della Corte Costituzione, già Rettore dell’Università di Messina, senza togliere nulla agli altri relatori, anche gli argomenti più complicati diventano comprensibili.

Dopo i saluti istituzionali del Presidente del Teatro Vittorio Emanuele, Orazio Miloro, del   Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, Stello Vadalà e del Pro Rettore, Giovanni Moschella intervenuto in rappresentanza del Rettore Salvatore Cuzzocrea, ha preso la parola la Prefetta Cosima Di Stani.

Riflettere sulla carta costituzione, ha detto la Di Stani, “significa evidenziare una freschezza imprescindibile che serve a sugellare una democrazia conquistata anche con il sacrificio di tanti italiani che hanno difeso strenuamente gli ideali della loro patria”. Infatti, ha proseguito la Prefetta, “la costituzione è nata lì dove sono morti tanti italiani che, nel cuore avevano solo il desiderio di vedere la propria patria libera”.

La Di Stani ha voluto sottolineare che la Costituzione detta, tra gli altri, “il Principio di uguaglianza che, nonostante siano trascorsi 75 anni, ancora è fortemente contrastato e non completamente attuato”. Infatti, prosegue la Prefetta, “bisogna lavorare ed impegnarsi per far sancire il principio di uguaglianza”. “Cosa fare oggi la Costituzione?”.

Questa la domanda che si è posta la Prefetta ed ha risposto con una citazione di Piero Calamandrei ex Membro dell’Assemblea Costituente, il quale, con grande e tagliente ironia, parlando della Costituzione diceva: “… la Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità; per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica, indifferentismo, che è un po’ una malattia dei giovani. La politica è una brutta cosa. Che me ne importa della politica.

Invece, la Di Stani “ha invitato i giovani ad occuparsi anche di politica perché solo così, si potranno mantenere i principi fondamentali di democrazia e libertà”. Subito dopo ha preso la parola Daniela Novarese Ordinaria di Storia delle Istituzioni Politiche presso l’Università di Messina la quale,“ha tracciato il percorso post bellum dell’assemblea costituente, come si è giunti alla redazione della carta costituzionale, in un paese contraddistinto da diverse fratture anche ideologiche ma desideroso di dare continuità al percorso intrapreso”. Interessante il fatto, ha sottolineato la Novarese, “che a farne parte c’era la pluralità delle forze politiche”;un esempio che dovrebbe essere accolto ed attuato oggi dai tanti piccoli rivoli di gruppi parlamentari che compongono la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica.

Divergenza politica e convergenza istituzionale queste le luci ed ombre che hanno visto l’Italia nel 1944/1946. Interessante l’intervento dell’attore e regista messinese Ninni Bruschetta il quale, ha letto alcune pagine tratte dal libro di un altro insigne messinese, il costituzionalista Michele Ainis “Vita e morte di una Costituzione”.

Bruschetta ha ricordato che “15 anni fa come regista, ha messo in scena la Costituzione avvalendosi della consulenza di Michele Ainis”.Infine, abbiamo assistito ad una “Lectio magistralis” di Gaetano Silvestri Presidente emerito della Corte Costituzionale e già Rettore dell’Università di Messina. Silvestri, con un intervento a braccio, “ha parlato della Costituzione nata in un momento storico irripetibile, considerati anche gli orrori di Auschwitz”.

Non condivide la posizione di Ainis circa “la morte della Costituzione” anzi, assegnando grande attualità alla Costituzione Italiana, cita anche la Costituzione tedesca che all’art. 1 così recita: “La dignità dell’uomo è intangibile. È dovere di ogni potere statale rispettarla e proteggerla. Il popolo tedesco riconosce quindi gl’inviolabili e inalienabili diritti dell’uomo come fondamento di qualsiasi comunità umana, della pace e della giustizia nel mondo”. Fondamenti presenti, afferma Silvestri, “nella nostra costituzione elementi a cui hanno cercato sempre di dare piena attuazione tutti i vari Governi che si sono alternati alla guida del paese”. Il grande costituzionalista ricorda che a Messina ha insegnato un grande filosofo del diritto Rodolfo De Stefano il quale, soffermandosi sul principio di autorità affermava che “esiste un rapporto tra diseguali per il quale chi è oggetto dell’autorità non vi si sottopone passivamente ma in nome di un qualche principio o valore la riconosce legittima in chi la esercita”.

Alla base della democrazia, afferma Silvestri così come riportato nella Costituzione, “ci sono i valori e non l’autorità; chiunque ha autorità c’è la solo per realizzare quanto disposto dalla carta costituzionale”. Silvestri, proseguendo con il suo magistrale intervento, afferma che “in America, quando si parla di democrazia, ci si riferisce, proprio alla Costituzione. Infatti, quando suona l’inno nazionale, gli americani si mettono la mano sul cuore imitando gli italiani; ciò significa che quella mano è messa sulla costituzione”. Altra frecciata Silvestri la rivolge a coloro che “sostengono, in maniera sbagliata, che poiché la costituzione è disapplicata essa è morta”. Silvestri è dell’avviso che “la costituzione è un progress in work infatti, si rigenera in base anche ai momenti storici che si vivono”.

La Costituzione dice Silvestri, “ingloba in sé i principi fondamentali del vivere: libertà ed uguaglianza; pluralismo e democrazia: pluriclass, pluri etnico e pluri inclusiva”. Silvestri non si ferma, è un “fiume in piena” e dichiara che, “per lungo tempo la costituzione italiana venne congelata da un politico molto importante molti anni fa il quale, definì la costituzione come una trappola”. Certamente dice Silvestri, “perché impedicava a lui di arrogarsi un potere ed una autorità che non gli competevano”. Tutti sono uguali davanti alla legge prosegue Silvestri ma, “ci sono degli impedimenti di fatto. Ogni giorno devi realizzare un tuo diritto di eguaglianza sostanziale”. La legge, nella sua maestosa giustizia, nega “al povero di rubate il pane al ricco o di possedere un alloggio elegante così come c’è la il ricco, se il povero facesse ciò, verrebbe arrestato”. Questo perché manca l’uguaglianza di fatto e quindi essere veramente liberi. Silvestri afferma che “Libertà ed uguaglianza, vero dilemma ma, due facce della stessa medaglia: siamo uguali se siamo liberi e saremo liberi se saremo uguali”. Teniamoci stretta la nostra costituzione conclude Silvestri “nonostante venga considerata da qualcuno un male. Potrebbe essere un male solo perché è evidente l’incapacità politica e di chi la rappresenta che dovrebbe applicarla e renderla attuale. La colpa non è della costituzione”.

La Costituzione ieri come oggi,“continua a dare fastidio a chi detiene il potere”; per tale motivo, Silvestri “cita il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il quale ha affermato che “il potere inebria”. Silvestri è dell’avviso che “inebria coloro che nonsono abituatial potere o addirittura, coloro che hanno trascorso troppi anni lontani dal potere”. Ai più, il riferimento all’attuale classe politica è sembrato preciso e circostanziato ma, non azzardiamo conclusioni, poniamo solo dubbi. Mantenere civiltà e valori vuol dire mantenere e conservare la Costituzione.

Salvo Saccà

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