martedì, Aprile 23, 2024

La Città Metropolitana di Messina si costituirà in giudizio davanti al Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche e al Tribunale di Patti

Palermo

La Città Metropolitana di Messina si costituirà in giudizio davanti al Tribunale  Regionale delle Acque Pubbliche presso la Corte di Appello di Palermo per una vicenda riguardante il dissesto idrogeologico in un centro dei Nebrodi.

Alcuni privati hanno citato la Presidenza della Regione Siciliana, l’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, l’Assessorato Regionale Infrastrutture e Mobilità, l’Assessorato Regionale Agricoltura, Sviluppo e Pesca Mediterranea, la Città Metropolitana di Messina e il comune di Alcara Li Fusi.

Hanno chiesto il riconoscimento della responsabilità delle istituzioni regionali, provinciale e comunale, ciascuno per la propria competenza, per il dissesto idrogeologico-geomorfologico-idraulico nel bacino del  torrente Rosmarino, nel territorio di Alcara Li Fusi dal gennaio 2003 ed il risarcimento dei danni che sarebbero stati provocati ai beni immobili di proprietà dei ricorrenti.

La Città Metropolitana di Messina, però, dal canto suo, ritiene di non avere alcuna competenza, né per la viabilità nella zona interessata dal dissesto, né per la gestione e la pulizia dei torrenti che invece spetta alla Regione Siciliana che deve esercitarla con programmi, progetti e finanziamenti.

Palazzo dei Leoni si costituirà in giudizio per sostenere l’infondatezza delle pretese avanzate dai privati ricorrenti e sarà rappresentato dall’avvocato Fabrizio  Ribaudo.

Nel contempo la Città Metropolitana si costituirà in giudizio al Tribunale di Patti contro alcuni privati che il 19 ottobre scorso l’hanno citata per ottenere il risarcimento dei danni subiti il 10 novembre 2017 in occasione di un incidente sulla strada provinciale agricola Tortorici -contrada Salvo Superiore.

In quel caso un grosso masso si staccò improvvisamente dal costone laterale della strada colpendo l’auto dei privati ricorrenti. Palazzo dei Leoni sostiene però che non sussiste la responsabilità dell’Ente, in quanto il masso precipitò improvvisamente da un’impervia scarpata che non appartiene al proprio demanio, per cui già una precedente richiesta di risarcimento fu rigettata.

Da qui intende chiedere il rigetto della nuova istanza e affiderà la propria difesa all’avvocato Domenico Raffaele Addamo.

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