venerdì, Dicembre 13, 2024

Truffe immobiliari a Messina e Palermo: si fingeva avvocato per raggirare i clienti, arrestata 52enne

12072022_085048_Foto Lancio

Nella mattinata odierna, le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione all’Ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e patrimoniali emessa dal G.i.p. presso il Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Procura della Repubblica, sottoponendo agli arresti domiciliari una donna palermitana, Maria Grazia Caggegi di 52 anni, che sembrerebbe essersi resa responsabile di molteplici truffe ai danni di diversi cittadini delle province di Palermo, Trapani e Messina.

La presunta truffatrice si sarebbe accreditata con i “clienti” millantando conoscenze tra le alte cariche degli Uffici Giudiziari di Palermo.

L’ingegnoso sistema avrebbe previsto che la donna, attribuendosi falsamente il titolo di “avvocato” proponesse l’acquisto di immobili a prezzi o condizioni particolarmente vantaggiosi, mediante una fantomatica procedura all’incanto, da lei stessa denominata “procedura PQM”.

Al fine di monetizzare in tempi rapidi, l’indagata avrebbe rappresentato inesistenti problematiche che ostacolavano l’assegnazione degli appartamenti. Tra le motivazioni più utilizzate che destavano anche preoccupazione agli ignari “acquirenti”, vi sarebbe stata la necessità di dover provvedere a cancellare “sopraggiunte” pendenze penali ovvero improvvise iscrizioni ipotecarie.

Attraverso questa procedura l’indagata sarebbe riuscita in brevissimo tempo ad ottenere oltre 160.000 euro in contanti, somma di cui l’A.G. ha disposto il sequestro preventivo.

Le indagini svolte dai Finanzieri avrebbero riscontrato quanto dichiarato dalle numerose testimonianze attraverso l’analisi di movimentazioni bancarie, acquisizioni documentali, nonché l’escussione dei querelanti.

Come epilogo delle indagini svolte, i Finanzieri hanno dato esecuzione all’ordinanza emessa dal GIP di Palermo che ha disposto l’applicazione della misura della custodia cautelare degli arresti domiciliari, l’interdizione dall’esercizio di attività imprenditoriali per 12 mesi ed il sequestro di 164.000 euro quale profitto del reato.

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