giovedì, Dicembre 12, 2024

Patti: le lezioni della storia, il ricordo delle foibe alla scuola media “Pirandello”

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Tramandare ai giovani la consapevolezza delle tragedie accadute e nel caso specifico quella delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata; il ricordo come “filo” che lega al passato, che ci aiuta a non dimenticare e che ci proietta verso il futuro.

E’ stato questo il senso profondo dell’incontro, coordinato dalla professoressa Marisa Foti, tenuto nella palestra della scuola media “Pirandello” di Patti, diretta dalla professoressa
Clotilde Graziano, in occasione della giornata del ricordo delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. “Oggi più che mai i giovani hanno bisogno di essere informati e sensibilizzati, ha spiegato il dirigente, perché i rigurgiti di violenza, di mancata accoglienza, di disprezzo degli altri sono, purtroppo, all’ordine del giorno”.

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L’argomento è stata trattato, per le classi seconde e terze, dal dirigente del commissariato di Patti Salvatore Di Blasi, il quale ha prima di tutto soffermato l’attenzione proprio sulle foibe, facendo riferimento al periodo storico e all’assassinio di migliaia di civili, su ordine del dittatore Tito. Tanti furono gettati ancora vivi in cavità naturali solo perché italiani.

“Inoltre – ha aggiunto – tanti nostri connazionali della Venezia Giulia, della Dalmazia e
dell’Istria furono costretti a fuggire e ad abbandonare le loro case e la loro terra”.

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Quindi, in occasione dell’anniversario della sua morte, ha richiamato alla memoria la luminosa figura di Giovanni Palatucci, prima vice commissario e poi questore pro
tempore a Fiume, che ha salvato la vita di molti ebrei, sia occultando o eliminando documenti vari (essendo addetto all’ufficio stranieri), sia fornendo loro documenti falsi per
poter evitare i campi di concentramento. Scoperto dai nazisti, fu deportato nel campo di concentramento di Dachau, dove morì di stenti il 10 febbraio 1945. Palatucci, proclamato Servo di Dio dalla Chiesa, è anche annoverato fra i “Giusti tra le nazioni”.

“Un grandissimo esempio – ha evidenziato Di Blasi – di eroismo e di altruismo, pur nella
consapevolezza dei rischi che correva. Nel 1995 è stato insignito della Medaglia d’oro al merito civile”.

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