venerdì, Dicembre 13, 2024

Piano dell’Asp 5 per recuperare le liste d’attesa e i ritardi di interventi e prestazioni causati dal Covid 19 nel 2020

asp 5 messina

L’Asp di Messina metterà in azione un piano per recuperare le liste d’attesa causate dall’emergenza Sars – Covid 2 nel 2020, i ricoveri, le prestazioni specialistiche ambulatoriali e gli screening non effettuati lo scorso anno.

L’azienda impegnerà oltre 4 milioni di euro, seguendo il recupero delle prestazioni e dei servizi sanitari secondo classi di priorità. Vista l’incidenza dei contagi e del lockdown, le liste d’attesa si sono allungate e ovviamente si sono verificati ritardi nell’accesso alle cure.

Nel primo semestre 2020 la riduzione di prestazioni specialistiche ambulatoriali è stata di 123.327 pari al 51% delle prestazioni erogate nel primo semestre 2019. Le prenotazioni si sono ridotte del 23,75% fino a 47.556. Il totale delle prestazioni sospese e che sono state riprenotate, è stato di 26.326. Nel periodo pre lockdown – gennaio e febbraio 2020 – il numero delle prestazioni inserite nelle liste d’attesa e riprenotate è stato di 9981.

Per quel che riguarda le specifiche prestazioni che hanno subito sospensioni nel 2020, in testa c’è la cardiologia, tra gli interventi chirurgici quello dei tumori maligni alla mammella e alla tiroide, protesi dell’anca e riparazione ernia inguinale e infine per gli screening spicca quello mammografico, il pap test e la colonscopia.

Il piano prevede tra gli altri l’aumento dell’orario di servizio, l’apertura delle strutture ambulatoriali territoriali anche in ore serali e nei fine settimana, l’implementazione delle sedute operatorie ed il monte ore dell’assistenza specialistica ambulatoriale convenzionata interna, l’assunzione di nuovo personale a tempo determinato. Di seguito ogni ospedale potrà predisporre un piano per utilizzare in modo ottimale le apparecchiature di diagnostica per immagini.

L’obiettivo finale per l’anno in corso è recuperare entro il prossimo giugno il 30% delle prestazioni rinviate ed infine completare tutto il ritardo e cioè il 70% entro dicembre, riportando il quadro alla situazione precovid, quando si era registrata una significativa riduzione dei tempi di attesa.

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