sabato, Aprile 20, 2024

Festa al Parco dei Nebrodi, è nato un aquilotto reale. Gli auguri al nuovo Presidente

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È finalmente nato l’aquilotto dalla coppia di Aquila reale (Aquila chrysaetos) che ha nidificato nel Parco dei Nebrodi, sulle Rocche del  Crasto, nei pressi di  Alcara Li Fusi.
L’uovo si è schiuso ieri, 11 maggio, dopo circa 45 giorni di cova, effettuata a turno da entrambi i genitori.

Dentro il grande nido il pulcino, un piccolo batuffolo di piumino bianco, sempre pronto a ricevere il cibo da parte dei genitori, come mostrano le immagini del telerilevamento.
Previsti tra pochi giorni quelli che potremo definire i “primi passi” e una successiva rapida crescita per raggiungere le dimensioni da adulto: atteso per fine luglio invece – intorno ai 75 giorni di vita – l’involo dal nido.

“La coppia d’aquila reale che nidifica in questo sito – commenta Filippo Testagrossa, direttore del Parco dei Nebrodi –, grazie all’elevato successo riproduttivo che è stato registrato negli ultimi decenni, risulta tra le più prolifiche d’Italia, indicatore inequivocabile dell’idoneità ambientale dell’area protetta, collegata sia all’habitat ottimale ancora integro, che al cibo abbondante e diversificato”.

Il tutto sotto l’occhio vigile del Parco che, grazie ad una telecamera posizionata accanto al nido, monitora tutto ciò che accade all’interno: dalle fasi di “restauro” (che avviene nel mese di febbraio e consiste nell’apporto di nuovi rami, generalmente di piante sempreverdi come il leccio), alla deposizione, cova e schiusa delle uova, fino al primo volo del giovane con l’abbandono del nido.
Il telerilevamento del nido dell’aquila reale è disponibile sulla home page dell’Ente www.parcodeinebrodi.it, mentre il sito di nidificazione è protetto  da eventuali disturbi antropici da parte del  Parco, che ha interdetto a turisti, visitatori e curiosi la fruizione dell’area delle Rocche del Crasto compresa fra Rocca Calanna e la Grotta del Lauro.

Una presenza importante, quella dell’aquila reale, che solitamente depone due uova: ricordiamo che comunque statisticamente solo uno arriva all’involo, in quanto le cause naturali ne anticipano la perdita, o addirittura avviene la soppressione da parte del fratello più grande (è presente nella specie il fenomeno del “cainismo”).
“Tutto questo garantisce una rigorosa selezione naturale di questa specie di superpredatori – commenta lo zoologo Antonio Spinnato –, così chiamata perché è in grado di cacciare anche altri predatori come la volpe o la martora”.

Il Commissario  dell’Ente Parco, Luca Ferlito, commenta l’evento soffermandosi sulla valenza scientifica dei risultati del progetto: “L’aquilotto rappresenta inoltre, per la straordinaria coincidenza con la nomina del nuovo Presidente del Parco, un autentico messaggio di vita e successo per questa area naturalistica di immenso pregio che mi accingo a lasciare, augurando buon lavoro a Domenico Barbuzza, che mi succederà alla guida del Parco più grande della Sicilia”, dichiara Ferlito.

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