Le prove assunte in dibattimento non sono state sufficienti a supportare una pronuncia di condanna. Così nelle discussioni finali l’avvocato Alessandro Nespola, difensore di Andrea Agliolo Quartalaro, 30enne, di Capo d’Orlando assolto perché il fatto non sussiste dall’accusa di detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente. Così il giudice monocratico del tribunale di Patti Giuseppe Turrisi nella sentenza emessa lo scorso 16 luglio.
I fatti risalgono al gennaio 2020, quando gli agenti del Commissariato di P.S. di Capo d’Orlando, durante un’indagine sul controllo e repressione del traffico di droga, avevano notato la presenza di diverse persone, tutte note per essere assuntrici di sostanza stupefacente, impegnati in un frenetico via vai nei pressi dell’abitazione allora occupata dall’imputato, che era anche sottoposto ad intercettazioni telefoniche.
Da qui gli agenti, avvalendosi anche di unità cinofile, hanno effettuato una perquisizione all’interno dell’immobile, rinvenendo in più siti alcuni involucri di marijuana per un peso complessivo di 15 grammi circa e già suddivisa in porzioni ritenute pronte per essere cedute. Le successive analisi scientifiche hanno accertato il principio attivo dello stupefacente quantificato in circa 85 dosi medie singole. Dopo la convalida del sequestro della droga, Andrea Agliolo Quartalaro è stato denunciato a piede libero e poi sottoposto a processo.
All’esito della requisitoria il Pm ha chiesto la condanna a sei mesi di reclusione e € 1032,00 di multa. Il giudice invece, accogliendo integralmente le istanze dell’avvocato Alessandro Nespola, difensore dell’imputato, ha disposto l’assoluzione perché il fatto non sussiste, ritenendo che le prove assunte in dibattimento non fossero sufficienti a supportare una pronuncia di condanna.