Non sono stati rispettati i termini dell’avviso di convocazione del consiglio comunale di Patti del 27 giugno scorso; da qui tutti gli atti su cui ha deliberato la maggioranza consiliare in quella seduta devono essere annullati. Questo, in sintesi, quanto evidenziato dal consigliere comunale Mauro Aquino nel ricorso presentato il 7 luglio scorso al Tar di Catania contro il comune di Patti. Aquino, rappresentato dall’avvocato Silvano Martella, ha chiesto l’annullamento degli atti adottati nella seduta del consiglio comunale del 27 giugno ed in particolare quelli relativi al question time, alla lettura ed approvazione verbali della seduta consiliare del 10 giugno scorso, ad una ratifica su variazione di bilancio e alla determinazione delle tariffe della Tari 2025.
Nel ricorso sono stati evidenziati i fatti, partendo dalla convocazione del consiglio comunale; il 23 giugno si decise di convocare il consiglio in seduta ordinaria per il 27 giugno, alle ore 17:30. Un fatto questo ritenuto in violazione del regolamento del consiglio e delle commissioni consiliari del comune di Patti, laddove si parla dell’avviso di convocazione, che deve essere consegnato, per le sessioni ordinarie, almeno cinque giorni prima della riunione.
I consiglieri di minoranza – oltre al consigliere Aquino, anche i consiglieri Giorgio Cangemi, Antonina Costanzo e Maria Pollicita, dopo aver rilevato la palese illegittimità, comunicarono che non avrebbero partecipato ai lavori, evidenziando come quella violazione ledesse le loro prerogative di consiglieri, chiamati a discutere un ordine del giorno di ben 17 punti, inclusi temi di particolare rilevanza finanziaria. In apertura di seduta, anche il segretario generale Pietro Manganaro, a seguito della richiesta di un parere, evidenziò che il termine non fosse stato rispettato e le delibere potessero essere assoggettate ad annullabilità.
Nonostante questo e nonostante fossero state indicate strade alternative, la maggioranza consiliare procedette ugualmente con lo svolgimento della seduta, deliberando su atti che sono stati ritenuti viziati e devono essere annullati perché la convocazione del consiglio comunale è illegittima.
In calce al ricorso al Tar è stato ribadito come i consiglieri comunali siano legittimati ad agire, come in questo caso, quando è in gioco una lesione delle loro prerogative. Questi i fatti su cui ora dovrà deliberare il Tar.