sabato, Maggio 17, 2025

Prima udienza al maxi processo contro il gruppo che trafficava droga nel barcellonese. Agli atti le dichiarazioni del collaboratore Iannello

Processed with MOLDIV
Processed with MOLDIV

Si è tenuta oggi la prima udienza del maxi processo che vede alla sbarra l’associazione per delinquere barcellonese capeggiata da Salvatore Iannello. Si tratta degli indagati che figuravano nell’ordinanza firmata dal Gip Simona Finocchiaro lo scorso 1 giugno e che riguardava 2 organizzazioni criminali, in parte composte dalle stesse persone, che operavano secondo la visione della Procura una come associazione a delinquere e l’altra come gruppo dedito al narcotraffico internazionale.

Il PM Francesco Massara ha depositato quattro verbali nei quali il boss Iannello, neo collaboratore di giustizia, ha reso le prime dichiarazioni in cui ammette l’esistenza dell’associazione operante a Barcellona Pozzo di Gotto con interessi condivisi con associazioni mafiose di altre parti d’Italia.

Gli inquirenti, nel corso delle indagini, avevano disposto sequestri per milioni di euro.

Il GIP ha calendarizzato le prossime udienze e ha stralciato il maxi processo in due tronconi: uno è quello in cui gli imputati dovranno rispondere di associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti e reati collegati; l’altro, invece, è relativo agli imputati accusati di 416 c.p. (associazione a delinquere).

Il pool difensivo che si appresta a difendere le decine di imputati accusati a vario titolo è composto dagli avv. Giuseppe Lo Presti, Antonino Pirri, Nino Aloisio, Salvatore Silvestro, Sebastiano Campanella, Pinuccio Calabrò, Filippo Barbera, Diego Lanza, Gaetano Pino, Fabio Catania, Giuseppe Ciminata, Santi Certo, Tino Celi.

Alla prossima udienza del 23 maggio, ciascun imputato potrà scegliere se proseguire con rito ordinario oppure con rito abbreviato; nella stessa udienza per coloro che sceglieranno il rito speciale la Procura antimafia di Messina, in persona del dott. Francesco Massara, formulerà le richieste di condanna per gli imputati.

Il blitz dei Carabinieri scattò lo scorso 25 giugno: una vasta operazione tra Sicilia, Calabria, in altre località del territorio italiano e all’estero, con l’esecuzione di misure cautelari emesse dal GIP del Tribunale di Messina su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti 112 persone (85 destinatarie della custodia cautelare in carcere e 27 della custodia agli arresti domiciliari, di cui 3 a cura del Nucleo Investigativo Regionale Sicilia della Polizia Penitenziaria), ritenute coinvolte – a vario titolo – nei reati di “associazione finalizzata alla detenzione, traffico, coltivazione e cessione di stupefacenti”, nonché per “autoriciclaggio”, “trasferimento fraudolento di valori”, “porto abusivo ed alterazione di armi”, “estorsione” e altri reati

Tre complesse e distinte indagini che svelarono l’esistenza e la operatività di diverse organizzazioni criminali della città di Messina e del barcellonese, anche con scambi tra loro, attive nel narcotraffico, con collegamenti con strutture criminali calabresi e soggetti attivi anche in Campania, Lombardia e all’estero. Furono documentati diversi, stabili, canali di approvvigionamento della droga, con la Calabria, per la cocaina; con alcuni soggetti attivi nelle province di Napoli e Milano, nonché con la Spagna, per l’hashish; e con soggetti operativi nei Paesi Bassi, con riferimento allo spice, cannabinoide sintetico con effetto psicotropo estremamente dannoso per la salute. La droga, che arrivava nel comprensorio messinese attraverso 4 gruppi criminali, serviva per rifornire le piazze di spaccio della Città dello Stretto, nei quartieri di Giostra, Santa Lucia Sopra Contesse, Villaggio CEP e Villaggio Aldisio, poi le aree del barcellonese e di Milazzo e persino sui Nebrodi.

Facebook
WhatsApp
X