mercoledì, Luglio 2, 2025

Patti, da rapina ad esercizio arbitrario delle proprie ragioni. 40enne condannato a tre mesi di carcere

Giuseppe Allò

Un’accusa grave che poteva costare dai 5 ai 10 anni di carcere quella formulata dalla Procura della Repubblica di Patti a carico di un 41enne residente in un’altra regione, finito a processo per rapina, aggravata dalla recidiva infraquinquennale.

L’uomo era imputato per fatti avvenuti nel 2019 in comune dell’hinterland, quando – secondo quanto ricostruito dagli inquirenti- avrebbe sottratto un pc alla ex compagna, nel corso di una lite durante la quale l’avrebbe spinta e strattonata. La donna si era, quindi, rivolta alle forze dell’ordine.

Il 41enne aveva respinto le gravi accuse, asserendo che in effetti il dispositivo fosse di sua proprietà e che si era recato nell’abitazione della donna per riprenderlo, in occasione di un incontro tra i due, come poi emerso nel corso del dibattimento e sostenuto dalla sua difesa, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Allò.

Nella giornata di ieri, al termine del processo, il PM Andrea Apollonio, aveva chiesto la condanna a 5 anni e 7 mesi di reclusione. Il giudice del Tribunale di Patti, Giovanna Ceccon, ha disposto la riqualificazione del reato da rapina ad esercizio arbitrario delle proprie ragioni, accogliendo di fatto le eccezioni avanzate della difesa e ha, inoltre, concesso le attenuanti generiche ritenendole equivalenti alla recidiva, condannando il 41enne alla pena di 3 mesi di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali. Il giudice ha ha disposto la condanna al pagamento delle spese processuali anche in favore della ex compagna, costituita parte civile e al risarcimento del danno, liquidato in via equitativa in 500 euro.

Termine per il deposito delle motivazioni della sentenza fissato in 75 giorni.

 

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