Una missione che dura da 125 quella delle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice, famiglia Religiosa nata dal cuore di San Giovanni Bosco e dalla fedeltà creativa di Santa Maria Domenica Mazzarello che è stata celebrata ieri nella comunità di Barcellona Pozzo di Gotto.
Una comunità che è cresciuta senza mai perdere l’obbiettivo della missione che è quella di evangelizzare educando
Suor Maria Anzaldi compie la propria opera in collaborazione con Suor Marilena, Suor Ninfa e Suor Concetta e tante persone ed associazioni che in modo volontario hanno sposato la missione della famiglia delle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice.
La missione carismatica: La dimensione missionaria è elemento essenziale dell’Identità dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (Cost. FMA 75) e si esprime, nella Contemporaneità, nella scelta dell’Educomunicazione per vivere il Sistema Preventivo, alla luce della visione antropologica cristiana, come chiamata di Dio e fedeltà al carisma salesiano nello stile del Da mihi animas cetera tolle e del A te le affido (cf. Atti CG XXIII, n.66, 4).
Animate dal carisma salesiano con i tratti specifici dello “spirito di Mornese”, le FMA hanno come finalità della loro opera la crescita integrale delle persone, l’accompagnamento dei giovani nel loro cammino di maturazione del progetto di vita, la formazione alla fede e l’educazione ad una cittadinanza attiva, alla gratuità e alla solidarietà, nello stile del Sistema Preventivo di Don Bosco.
L’educazione della giovane donna è una scelta prioritaria delle FMA che si declina nei vari Paesi con interventi diversificati: formazione culturale ed evangelizzazione, inserimento nel mondo del lavoro, promozione di cooperative femminili nelle missioni, recupero delle ragazze vittime della prostituzione, del traffico delle persone, orientandole a lottare per la propria dignità e per l’elaborazione di una cultura ispirata all’umanesimo cristiano.
Tra le opere delle FMA vi sono: l’Oratorio-Centro giovanile, Scuole e Centri di formazione professionali, Istituzioni di Studi Superiori, opere per bambine/i, adolescenti, giovani in situazione di disagio, Centri di Spiritualità, Centri di Promozione della Donna, l’Associazione di Volontariato Internazionale Donna Educazione Sviluppo (VIDES), l’Ufficio dei Diritti Umani (IIMA – Svizzera).
Queste opere sono animate da Comunità Educanti FMA mosse dall’ardore del da mihi animas cetera tolle con la sensibilità femminile, ispirata al carisma dell’Istituto, aperto alla collaborazione con le famiglie, con le Istituzioni, con laici e laiche che con loro condividono la stessa missione. In sintonia con il cuore dei giovani, si mettono in ascolto per discernere “altri luoghi” dove vivere la logica evangelica del dono e della fraternità; si lasciano interpellare da tutte le periferie umane, con particolare attenzione alla situazione dei giovani e delle giovani donne; dalla mobilità umana, dalla cura della casa comune, dagli ambienti digitali, dalla ricerca di una pace giusta e sicura.
Le Comunità Educanti dai molti volti, «fondate sulla presenza di Cristo Risorto e nutrita di lui, Parola e Pane» (Cost. FMA, n 49), vivono la missione condivisa che è partecipazione allo stesso carisma come dono dello Spirito Santo per il presente e per il futuro in cui i laici sono parte «attiva, cosciente e responsabile della missione della Chiesa» (Esortazione apostolica post-sinodale Christifideles Laici, 1988, n. 3). Nell’attuale contesto mondiale sentono forte l’appello ad essere una presenza profetica, segno di unità e di inclusione, nell’impegno evangelico di trasformazione sociale e culturale, per promuovere la vita e costruire un mondo più umano e aperto al Vangelo.
Maria Domenica nasce in una numerosa famiglia di contadini. Dotata di una non comune forza fisica, fin da ragazza lavora nei campi con il padre Giuseppe. In famiglia viene formata a un profondo senso di Dio, a una laboriosità instancabile e a quello spiccato senso pratico e profondità di giudizio che manifestò in seguito anche come Superiora. Nel 1855 si iscrive all’Associazione delle Figlie dell’Immacolata coltivando una profonda spiritualità apostolica.
Nel 1860 anche il paese di Mornese è colpito dal tifo. Il suo confessore Don Domenico Pestarino le suggerisce di andare a curare alcuni parenti bisognosi di assistenza. Maria accetta, pur consapevole di prendere il contagio, e di fatto si ammala. Ricuperata la salute, è però costretta a lasciare il lavoro agricolo non solo per la perdita della robustezza fisica di cui ha goduto prima, ma anche perché sorge in lei una chiara intuizione che considera una chiamata di Dio. Si dedica così all’educazione delle ragazze del paese aprendo un laboratorio di cucito, un oratorio festivo e poi una casa per le bambine senza famiglia. Coinvolge nel suo progetto l’amica Petronilla e impara il mestiere di sarta per insegnare alle ragazze povere non solo a cucire, ma soprattutto a conoscere ad amare Dio. In seguito, in una visione misteriosa, vede un grande edificio con tante ragazze che corrono nel cortile, e sente una voce: A te le affido.
Accoglie allora le prime orfanelle delle quali si prende cura con tenerezza di madre, coadiuvata in questa missione da alcune altre giovani appartenenti alle Figlie dell’Immacolata.
Nel 1864 Don Bosco da Torino giunge a Mornese con i suoi giovani in occasione di una passeggiata autunnale e, incontrando Don Pestarino divenuto Salesiano l’anno prima, avverte l’esigenza di assecondare il suo desiderio di aprire un collegio per i ragazzi del paese e dei dintorni. In quell’occasione Maria Domenica percepisce di trovarsi di fronte ad un santo e dice: Don Bosco è un santo, e io lo sento.
Il Papa Pio IX, incoraggia Don Bosco, che da anni coltiva in cuore il progetto di fondare un Istituto femminile, a decidere di fare per le ragazze quello che egli sta realizzando per i ragazzi. Con la saggia collaborazione di Don Pestarino, sceglie tra le Figlie dell’Immacolata le prime pietre fondamentali del futuro Istituto. Esse abiteranno nel collegio appena costruito a Mornese, che diviene la casa della nuova fondazione.
Il 5 agosto 1872 le prime undici giovani emettono la Professione Religiosa nelle mani del Vescovo di Acqui, Mons. Giuseppe Sciadra, alla presenza di Don Bosco. L’Istituto chiamato Figlie di Maria Ausiliatrice cresce rapidamente e suor Maria Mazzarello come Superiora si dimostra abile formatrice e maestra di vita spirituale. Tra lei e Don Bosco vi è una sintonia profonda a livello carismatico: Maria Domenica ha una spiccata capacità educativa, il dono dell’allegria serena e rasserenante, e l’arte di coinvolgere altre giovani nell’impegno di dedicarsi alla promozione della donna, perché possa essere nella famiglia, nella Chiesa e nella società buona cristiana e onesta cittadina.
Nel 1877, condividendo l’ardore missionario dei Confratelli Salesiani, le prime sei FMA partono per le missioni e fondano la Prima Comunità in Uruguay, a cui seguiranno dopo un anno le case in Argentina.
Suor Maria Domenica, colpita a 44 anni da una grave forma di pleurite, muore il 14 maggio 1881 a Nizza Monferrato dove due anni prima è stata trasferita la prima comunità delle FMA. Da allora si chiamerà Casa-madre.
Alle sue Figlie lascia una tradizione educativa tutta permeata di valori evangelici: la ricerca di Dio conosciuto attraverso una catechesi illuminata, l’amore ardente a Gesù Eucaristia e la fiducia filiale in Maria Ausiliatrice, la responsabilità nel lavoro, la schiettezza, l’umiltà e la gioia, la sobrietà di vita e la totale donazione di sé nella ricerca del vero bene delle ragazze soprattutto povere e bisognose sia in patria che nei vari paesi di missione.