E’ stata una giornata di preghiera, riflessione, festa, creatività, condivisione quella vissuta dai giovani della diocesi di Patti, che si sono ritrovati ad Acquedolci (sede scelta ricorrendo il 500° anniversario dalla nascita del patrono, San Benedetto il Moro) per il loro appuntamento annuale, sul tema “Pellegrini di speranza. Sulle orme di Carlo Acutis”, organizzato dal Servizio per la Pastorale Giovanile, diretto da don Salvatore Chiacchiera.
Il primo momento è stato costituto dall’accoglienza della croce dei giovani, con la quale, in pellegrinaggio, con alcune soste lungo il percorso, ritmate da “passi” del messaggio di Papa Francesco per la 62° Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni, si è raggiunta la Chiesa Madre.
Qui Fra Nino Catalfamo, provinciale dei Frati Minori, ha risposto ad alcune domande poste dai giovani, inerenti la sua vocazione, la gioia, la speranza, l’impegno della Chiesa per i giovani, l’importanza della preghiera.
“La gioia – ha sottolineato – è sapere che chi mi sta accanto sta bene; la speranza è condividere l’esistenza con qualcun altro, senza porsi come maestro ma come compagno di strada; non bisogna avvicinare i giovani alla Chiesa, ma la Chiesa ai giovani, ponendosi senza giudizio, senza critica, ma anche senza svalutazione dell’altro e della Chiesa stessa: tu sei alla ricerca, io pure, allora ricerchiamo insieme”.
Il Vescovo di Patti monsignor Guglielmo Giombanco ha presieduto poi la celebrazione della messa; durante l’omelia, prendendo spunto dal brano del Vangelo incentrato sulla figura del Buon Pastore, ha esortato a coniugare i quattro verbi ivi contenuti: ascoltare, conoscere, seguire, donare.
“Ascoltare – ha evidenziato il Vescovo – significa andare in profondità, non è un semplice fatto uditivo; significa fare spazio all’altro come presenza che completa la mia vita. E’, quindi, ascoltare con il cuore”. “Chi ascolta – ha proseguito – conosce e la conoscenza genera un senso di appartenenza. Noi siamo il gregge di Gesù e pure Lui appartiene a noi. Ascoltare e conoscere ci chiedono di fermarci, seguire indica un movimento, chiede di metterci in cammino. Seguire Gesù significa sentirsi voluti bene. Solo chi ama sa donare. I quattro verbi si riassumono proprio nel verbo amare”.
In conclusione, monsignor Giombanco ha spronato i giovani a “vivere la vita come dono che ci rende felici. Non cercate mai la felicità fuori da voi, cercatela nel vostro cuore e sarete felici per tutta la vita. Quando la vita si dona, fiorisce, diventa feconda”.
Alla fine della messa, ai giovani è stato fatto dono di una croce a forma di ancora, simbolo del Giubileo, segno della vera speranza che è Cristo, base solida su cui fondarsi. Dopo la condivisione del pranzo, c’è stato un momento di festa con Batias; quindi, il pomeriggio è stato dedicato ai laboratori di musica, arte e teatro.
Il gruppo “Musica” ha arrangiato la canzone “Il pescatore”, adattandola al Giubileo della speranza, intitolandola “Pescatori di uomini”; i gruppi di “Arte” hanno realizzato lavori sempre sulla speranza i cui componenti, dopo un lasso di tempo, si sono “scambiati” per completare il disegno degli altri; il gruppo “Teatro” ha rappresentato delle scenette servendosi di frasi sulla speranza attribuite ai santi. Come annunciato dal Vescovo, la prossima Giornata Diocesana sarà celebrata il 26 aprile 2026 a San Piero Patti.