Nel cuore della Valle del Nisi, tra i monti e il mare della Sicilia orientale, il piccolo comune di Fiumedinisi (ME) si trasforma ogni cinque anni in un palcoscenico di fede e devozione. È qui che prende vita la Festa della Vara, un evento religioso e popolare che affonda le sue radici nei secoli, dedicato all’Assunzione della Vergine Maria. L’edizione del 2025 è stata attesa da ben nove anni considerata la sosta forzata dovuta alla Pandemia da Covid 19.
A Fiumedinisi, questo 10 agosto è stata una data che ha scritto qualcosa di speciale anche per l’intera vallata e per i comuni rivieraschi presenti con decine di sindaci: la Vara dell’Assunta attraversa le vie del paese, portata a spalla da centocinquanta uomini devoti. È un momento unico, dove fede, emozione e orgoglio si mescolano anche con un tono di folklore che certamente non guasta ma aiuta a vivere a pieno la comunità ed il senso di appartenenza.
Non è solo una processione. È una tradizione che dura da secoli, un simbolo di identità, un legame profondo tra le generazioni. È la Madonna che unisce chi resta e chi torna, perché in quei giorni di agosto che precedono la Vara, Fiumedinisi è casa per tutti.
Chi ha avuto la fortuna di vederla lo sa: la Vara non si spiega, si vive.
Documentata già nel XIII secolo, la festa ha attraversato i secoli, adattandosi ai cambiamenti ma senza perdere la sua forza simbolica. La partecipazione della comunità è totale: la “Vara” una imponente macchina votiva con struttura struttura lignea e in ferro, raffigura la Vergine Maria Assunta in cielo, circondata da angeli e santi, e sormontata da una croce.
I bambini osservano con meraviglia i loro coetanei che siedono sula Vara a simboleggiare sia la Madonna che l’arcangelo Gabriele e tutti gli altri angeli che fanno da contorno alla proclamazione del Magnificat cantano in vernacolo proprio a testimonianza del forte legame con la terra siciliana. Gli anziani ricordano le processioni di un tempo, fino agli emigrati che rientrano appositamente in paese per onorare questo appuntamento irrinunciabile.
Durante la proclamazione del Magnificat abbiamo scendere nel volto di tanti tiratori, lacrime di commozione testimonianza di attaccamento alla propria fede ma anche, alle proprie radici.
La festa è dedicata proprio all’Assunta, alla quale la comunità di Fiumedinisi è devotissima fin dal Medioevo. I documenti storici testimoniano questa festa tra le più antiche della Sicilia.
La Vara, come ci ha testimoniato il sindaco Giovanni De Luca, che da bambino sedeva sul carro e oggi, fedele tiratore, “non è solo un rito religioso, ma un gesto collettivo di appartenenza, una manifestazione di memoria condivisa e continuità culturale. Ogni passo, ogni canto, ogni lacrima ha il sapore della storia, della fede e dell’amore per le proprie radici”.
Oggi, ha voluto ricordare l’ex sindaco Cateno De Luca, “in un’epoca di cambiamenti rapidi e identità frammentate, la Festa della Vara rappresenta un punto fermo: un’occasione in cui Fiumedinisi si riscopre unita, fedele al proprio passato e orgogliosa del proprio patrimonio spirituale e culturale”.
Il momento culminante della festa è proprio il “Viva Maria” che annuncia la partenza della Vara, durante la quale, l’enorme struttura viene trasportata a spalla per le vie del paese da 150 uomini, chiamati “’mbuttaturi”, accompagnati dal canto, dalla preghiera e dal suono della banda musicale.
Ogni partecipante ha un ruolo ben definito, tramandato spesso da padre in figlio. Per molti fiumedinisani, contribuire al trasporto della Vara è un onore che segna la propria identità sin da giovani.
Anche quest’anno, gli “’mbuttaturi”, indossava il tradizionale abito bianco che non viene tramandato ma, appartiene ad ogni singolo tiratore; quando il buon Dio lo chiamerà ad altra vita, quell’abito verrà messo nella bara per accompagnarlo nella nuova avventura celeste.
Oltre alla sua dimensione religiosa, la Vara di Fiumedinisi è anche un prezioso bene culturale immateriale, espressione dell’identità siciliana e del patrimonio devozionale dell’isola. L’impegno della popolazione locale per preservare questa tradizione è oggi riconosciuto anche da enti e istituzioni che promuovono la tutela delle feste popolari e religiose come elemento di coesione sociale e memoria storica.
A Fiumedinisi, la fede si fonde con la storia e la tradizione, si rinnova nel cuore di ogni partecipante attivo o semplice spettatore, testimoniando la forza di una cultura che, pur radicata nel passato, continua a vivere con intensità nel presente.