Sanità Siciliana allo Sbando: il Governo Nazionale boccia i 15 milioni per le strutture convenzionate. Una politica miope che colpisce i cittadini. Il Dr. Pietro Miraglia, Presidente Regionale di Federbiologi, lancia l’allarme.
La misura è colma. Le prestazioni sanitarie erogate dalle strutture accreditate del territorio sono oggi seriamente a rischio, e la responsabilità ha un nome ben preciso: una politica centrale cieca, distante e ostile alla medicina del territorio.
Il recente no del Consiglio dei Ministri alla mini-manovra sanitaria voluta dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, segna un colpo durissimo per l’intero sistema della sanità convenzionata dell’Isola. La norma, approvata con ampio consenso dall’Assemblea Regionale Siciliana, prevedeva uno stanziamento di 15 milioni di euro per il 2025 a sostegno delle strutture specialistiche ambulatoriali private accreditate, già provate dai tagli imposti dal nuovo tariffario nazionale entrato in vigore a dicembre.
Strutture accreditate penalizzate, cittadini abbandonati
Il nuovo tariffario nazionale ha comportato riduzioni nei rimborsi anche del 30-50%, colpendo in modo feroce soprattutto i laboratori di analisi cliniche, oggi impossibilitati a sostenere i costi di prestazioni che, nei fatti, continuano a garantire alla popolazione. La norma approvata all’Ars rappresentava un tentativo, seppur limitato, di riequilibrare questo squilibrio mostruoso. Ma il Governo nazionale ha deciso di impugnare il provvedimento davanti alla Corte Costituzionale, con la motivazione che esso violerebbe i vincoli del piano di rientro sanitario.
Una scelta ottusa e insensibile, che ignora volutamente la realtà quotidiana dei cittadini siciliani, costretti ogni giorno a fare i conti con liste d’attesa interminabili nella sanità pubblica e ora anche con il concreto rischio di non poter più accedere alle prestazioni erogate dalle strutture convenzionate, da sempre presidio fondamentale per la salute dei territori.
Una decisione centralista che uccide la medicina di prossimità
Le strutture private accreditate non sono un lusso, ma una necessità. Ogni giorno migliaia di siciliani si rivolgono a laboratori e centri diagnostici convenzionati per esami e visite salvavita. Queste strutture sopperiscono alle inefficienze croniche della sanità pubblica, spesso sotto organico e senza mezzi. E invece di essere valorizzate, vengono abbandonate al loro destino, schiacciate da rimborsi ridicoli e tagli indiscriminati.
Il Dr. Pietro Miraglia, Presidente Regionale di Federbiologi, lancia l’allarme:
“Siamo davanti a un disegno politico preciso, che punta a cancellare migliaia di strutture sanitarie convenzionate. Un attacco diretto alla medicina del territorio, che mette in pericolo il diritto alla salute di tutti i cittadini siciliani”.
Serve una reazione forte: la sanità territoriale non può morire in silenzio
È arrivato il momento di alzare la voce. Le strutture accreditate devono organizzarsi e unirsi in una battaglia sindacale comune, per contrastare con fermezza questa deriva che umilia il lavoro di migliaia di professionisti e nega l’accesso alle cure a un’intera popolazione.
Ciò che emerge chiaramente è l‘assenza totale di visione da parte del Governo nazionale, che da un lato impone vincoli e austerità, e dall’altro non fornisce soluzioni concrete per garantire i Livelli Essenziali di Assistenza. È facile parlare di LEA da Roma, senza considerare che in Sicilia si è costretti ad attendere mesi per una mammografia o per un semplice prelievo del sangue in ospedale.
Conclusione: basta prese in giro, servono risposte immediate
Ci auguriamo che la Sicilia esca presto dal piano di rientro sanitario, perché è evidente che le logiche ragionieristiche applicate a freddo dal Governo non fanno altro che strangolare un sistema già in affanno.
La bocciatura della mini-manovra Schifani è un affronto ai cittadini, ai medici, agli operatori sanitari. È una dichiarazione di guerra alla sanità di prossimità. E come tale, non può passare sotto silenzio.