Definitiva la condanna a quattro anni e quattro mesi di reclusione per un 75enne di Mistretta, a processo per incendio boschivo aggravato. L’uomo era finito nei guai il primo dicembre 2023 quando fu sorpreso dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Mistretta mentre appiccava un incendio in contrada Piano Rose a Mistretta, in un’area di campagna considerata di interfaccia urbano-rurale, con rischio per edifici o danno su aree o specie animali o vegetali protette o su animali domestici o di allevamento.
Durante un servizio di pattugliamento del territorio disposto per prevenire di incendi dolosi, in considerazione delle forti raffiche di scirocco che in quei giorni sferzavano i Nebrodi, i Carabinieri della compagnia amastratina, guidata dal capitano Silvio Imperato, avevano notato il rogo ed usando un cannocchiale multifocale, in grado di vedere anche ad un km di distanza, si erano concentrati sul punto da cui si erano sviluppate le fiamme. Qui avevano notato un mezzo, da cui era sceso un uomo che aveva appiccato un altro focolaio, poi fermato. Sull’auto condotta dall’allora 73enne furono trovati, un cannello a gas, tre accendini ed altro materiale verosimilmente usato come innesco che per l’accusa erano stati usati per appiccare i vari focolai da cui poi si era propagato l’incendio. Fu richiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco, per spegnere il rogo e circoscrivere le fiamme, mentre il 75enne fu arrestato in flagranza per incendio boschivo e posto ai domiciliari.
L’uomo era stato giudicato in primo grado, con rito abbreviato dal Tribunale di Patti, nel febbraio 2024, con condanna a 4 anni e 4 mesi di reclusione, interdizione dai pubblici uffici ed esclusione da incarichi o svolgimento di servizi legati alla lotta attiva contro gli incendi per cinque anni. Sentenza confermata in appello nel dicembre 2024. L’imputato, difeso dall’avvocato Alessandro Pruiti Ciarello, aveva proposto anche ricorso in Cassazione, valutato dalla Suprema Corte inammissibile il 26 marzo scorso. La sentenza è, quindi, passata in giudicato. Nei giorni scorsi, su disposizione del Tribunale, i carabinieri hanno dato esecuzione alla sentenza. Per il 75enne è stata disposta, in regime di ammissione provvisoria, fino a determinazione del tribunale di sorveglianza, la detenzione ai domiciliari. Una condizione eccezionale prevista da una norma penale entrata in vigore a settembre 2024 a tutela delle persone condannate a pene comprese tra 2 e 4 anni di reclusione che hanno più di 70 anni di età, visto che il reato in questione sarebbe ostativo, ma non è annoverato tra quelli espressamente esclusi, come fatto emergere dal legale di fiducia del 75enne. L’uomo finirà di scontare ai domiciliari la pena, che ammonta a meno di due anni. Per lui, infatti, vale quanto presofferto, sempre ai domiciliari, durante la custodia cautelare.
La vicenda giudiziaria rappresenta un importante precedente nell’ambito del contrasto agli incendi boschivi ed un monito a valutare il pericolo di accensione di fuochi, anche se in proprietà private e con intenzione di ripulire i terreni, quando vi siano già ordinanze che lo vietano e comunque le condizioni di vento e temperatura espongono al rischio di propagazione incontrollata delle fiamme.