Si è ripetuto un tragico canovaccio ieri, 14 luglio, a mezzogiorno in un terreno di confine tra i territori di Patti, Montalbano Elicona e Librizzi.
Qui lavorava Biagio Rizzo, 37 anni, di Montalbano Elicona; ad un tratto il terreno scosceso ha fatto ribaltare il mezzo meccanico che gli è precipitato addosso e la morte è stata purtroppo istantanea. Dicevamo del canovaccio per tanti anni fa una dinamica molto simile determinò la morte di un altro conduttore di un mezzo meccanico. Tragedie sul lavoro che si verificano soprattutto nel periodo estivo, quando i proprietari decidono di dissodare i terreni in attesa della semina o semplicemente per ripulirli dalla vegetazione selvaggia e proteggere l’ambiente dagli incendi.
A seguito di questa tragedia sul posto sono giunti i carabinieri della Compagnia di Patti, al comando del capitano Giuseppe Rinella; saranno loro a comprendere l’esatta dinamica della situazione, seppur, dalle prime osservazioni sul terreno e da quanto avvenuto, tutto sembra classificarsi come incidente su lavoro. La Procura della Repubblica di Patti ha posto sotto sequestro il corpo di Biagio Rizzo; è stato trasportato a Messina per l’autopsia, che, con ogni probabilità, verrà eseguita in questa giornata per poi essere consegnato ai familiari per la celebrazione dei funerali. Sui social sono state tante le attestazioni per ricordare un lavoratore, che, come si può notare dal suo profilo, amava far vedere a tutti cosa era in grado di fare nel campo agricolo, nella lavorazione dei terreni e nel trasporto di legna. Il sindaco di Montalbano Elicona Nino Todaro, che conosceva molto bene Biagio Rizzo, lo ricorda come un gran lavoratore, un ragazzo d’oro. Su questa tragica vicenda Federacma, la Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei servizi e commercio macchine agricole, operatrici e da giardinaggio, ha espresso vicinanza alla famiglia della vittima, rilanciando l’allarme sulla necessità urgente di avviare la revisione obbligatoria dei mezzi agricoli, prevista per legge ma mai attuata.
Il presidente Andrea Borio ha ricordato come ogni giorno che passa aumenti il rischio di chi lavora nei campi. Secondo i dati INAIL, ogni anno in Italia si contano oltre 100 decessi legati all’uso dei mezzi agricoli, con il ribaltamento come principale causa. La sicurezza non può essere lasciata al caso ha concluso Borio –. Lo Stato ha il dovere di intervenire. Ogni ritardo si misura in vite umane spezzate, famiglie distrutte, comunità colpite”.