martedì, Luglio 8, 2025

Morte di Viviana Parisi e Gioele Mondello: la famiglia chiede la riapertura delle indagini

Viviana Parisi e Gioele Mondello (foto Chi L'ha Visto)
Viviana Parisi e Gioele Mondello (foto Chi L'ha Visto)

“Nei giorni scorsi il mio avvocato ha depositato presso la procura di Patti la nuova istanza per la riapertura delle indagini”. Lo annuncia con un post social Daniele Mondello, marito e padre di Viviana Parisi e del piccolo Gioele, 43 e 4 anni, morti nell’agosto 2020 nelle campagne di Caronia, in circostanze drammatiche.

Dopo un’incidente avvenuto nella galleria Pizzo Turda sulla A20 tra la vettura di Viviana e un furgoncino, nella tarda mattina del 3 agosto 2020 Viviana abbandonò l’auto e, senza attendere i soccorsi, scavalcò il guardrail, portando con sé il bimbo, per poi sparire nel sughereto di contrada Sorba senza lasciare traccia. Il corpo della DJ torinese fu trovato il successivo 8 agosto, ai piedi di un traliccio della corrente elettrica, mentre solo il 19 agosto furono trovati i pochi resti del corpicino del piccolo Gioele, a 700 mt circa di distanza dal luogo del ritrovamento della madre.

La Procura di Patti, sulla base delle indagini condotte dalla Polizia di Stato, dopo aver coinvolto nella ricerca e nella valutazione degli elementi una quindicina tra consulenti tecnici e medico-legali, escluse che nella morte dei due potesse esserci il coinvolgimento di terze persone. Aveva, quindi concluso, come ipotesi più plausibile, quella dell’omicidio-suicidio o del suicidio della donna dopo la morte del bambino a seguito di un evento traumatico. Chiese, dunque, l’archiviazione. Daniele Mondello, invece, non si è mai arreso a queste conclusioni. Ha sempre negato con forza che la moglie potesse aver ucciso il piccolo Gioele e da sempre chiede verità e giustizia per madre e figlio. Assistito dagli avvocati Pietro Venuti e Claudio Mondello e dal criminologo Carmelo Lavorino si era opposto all’archiviazione, disposta dal GIP nel novembre del 2021, senza tuttavia ottenere nulla.

Due anni fa, come dichiara in una intervista a Radio Potenza, ha affidato il fascicolo all’avvocato Francesco Mazza, del foro di Roma, docente di diritto penale dell’Università di Cassino e ad un team di esperti, tra cui l’Ing. Alessandro Lima, il dott. Antonio della Valle, il dott. Raffaele Di Rienzo e a dott.ssa Annamaria Cerro. Le loro conclusioni sono confluite nella richiesta ufficiale di riapertura delle indagini. “Attendiamo che la Procura di Patti valuti con obiettività il risultato ottenuto dai miei consulenti” scrive ancora Daniele, che ha ringraziato, con l’occasione, anche coloro che in questi anni gli hanno gli dato supporto e sostegno.

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