giovedì, Giugno 19, 2025

Capo d’Orlando, immobili popolari di via Lucio Piccolo: hanno tolto pure il gruppo elettrogeno, le istituzioni sono avvisate

case popolari capo d'orlando

Bocce ferme agli immobili popolari di via Lucio Piccolo di Capo d’Orlando; lo avevamo detto già due settimane fa e oggi fanno 120 giorni da quando, al comune di Capo d’Orlando, esecutivo, Iacp ed Rfi si sono riuniti per programmare la nuova rete di smaltimento delle acque nere dei due immobili popolari di via Lucio Piccolo, da collegare alla rete comunale in via Piave. Il sindacato Sunia rincara la dose giudicando una scelta grave ed inspiegabile quella di rimuovere il gruppo elettrogeno che alimentava l’impianto di smaltimento delle acque nere.

Come dire: in assenza di collegamento con la linea elettrica potrebbero ritornare i liquami nelle fondazioni. E dunque a distanza di mesi dalla denuncia pubblica, dai sopralluoghi, dal servizio andato in onda su “È sempre Cartabianca” e dalla conferenza dei servizi, il Sunia è tornato sul posto con gli assegnatari, denunciando con forza l’immobilismo delle istituzioni. Il tavolo tecnico promesso fra comune, Iacp e Rfi non è mai stato avviato e i gravi problemi fognari permangono.

“Non solo non si è risolto nulla, ha denunciato il Sunia,  ma si è fatto un ulteriore passo indietro. È inaccettabile, ha ribadito Claudio Vallone del Sunia Messina – continuare a ignorare le condizioni di chi vive in via Lucio Piccolo. Serve subito un confronto serio e un progetto definitivo. Basta promesse: gli inquilini sono stanchi di sentirsi cittadini di serie B.” Il Sunia ha rinnovato la richiesta di un avvio immediato del tavolo tecnico promesso, perché serve un intervento strutturale definitivo, con tempi certi e trasparenza sull’iter, vigilando nel contempo per la difesa del diritto all’abitare dignitoso, dando voce a chi, troppo spesso, viene ignorato.

Un ultimo appunto sul gruppo elettrogeno che è stato tolto: nel caso di perdurante assenza del collegamento elettrico, le fondazioni si riempiranno di acque nere. A questo punto il problema diventa igienico-sanitario; il comune e le altre istituzioni lo sappiano.

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