Andranno a processo con rito ordinario 32 dei 33 indagati nell’inchiesta della Procura Etnea su presunte truffe in agricoltura sui Nebrodi, tra i territori di Messina, Catania ed Enna. La giudice per l’udienza preliminare di Catania Giuseppina Montuori, nell’udienza dello scorso 10 giugno, ha disposto il giudizio davanti al Tribunale in composizione collegiale II sezione penale di Catania. Prima udienza fissata per il 10 marzo 2026.
L’operazione era scattata a luglio del 2023, quando furono eseguiti alcuni sequestri preventivi a carico di tre persone. Le ipotesi di reato contestate dagli inquirenti della DDA Etnea, a vario titolo – tra cui estorsione, turbata libertà degli incanti, aggravate dal metoso mafioso, truffa, trasferimento fraudolento di valori, ricettazione, falso ideologico e materiale, corruzione, peculato – ruotano per lo più attorno al presunto controllo dei terreni destianti al pascolo, nel comprensorio nebroideo, per fatti avvenuti tra il 2015 e il 2019.
Tra gli imputati anche dirigenti del dipartimento veterinario dell’Asp in servizio al distretto di Taormina e due ex amministratori locali: Salvatore Calì, sindaco del comune di Cesarò dal 2012 al 2022 e Giuseppe Spitaleri, ex presidente del consiglio, primo cittadino dal ’97 al 2002, a cui si contestano presunti tentativi di convincere alcuni assegnatari di particelle di terreno a cederle oppure a ritirare le querele presentate per aver subito danneggiamenti sui fondi, oltre al presunto condizionamento di una gara espletata nel 2018 per l’assegnazione di cinque lotti comunali. Gli stessi ex amministratori, in concorso con Gaetano Orazio Virzì, funzionario dell’area tecnica – la cui posizione è stata stralciata e trattata in separato procedimento – sono accusati anche di corruzione per la vicenda della concessione ad un’impresa di capannoni comunali senza pagare il corrispettivo o comunque in modo ridotto, in cambio di assunzioni. Il solo Calì è imputato anche per falso in relazione ad ventina di ordinanze emesse in somma urgenza per l’affidamento diretto della raccolta di rifiuti assegnato stessa ditta.
Dodici le persone che risultano parti offese nel procedimento, imprenditori agricoli costretti a cedere i fondi con minacce e vessazioni, oltre ai comuni di Cesarò, Caronia, Patti e Troina, l’azienda Demanio forestale regionale di Messina e “Speciale silvo pastorale” di Troina ed Agea.
Rinviati a giudizio: Angelo Bevacqua, Clelia Bontempo, Francesco Briguglio, Carlo Capizzi, Salvatore Capizzi, Maria Chiara Caputo, Mario Caputo, Antonio Castelluccio, Litterio Cerro, Carmelo Coci, Giuseppe Corsaro, Sebastiano Destro Pastizzaro, Giuseppe Foti Belligambi, Grazia Foti Belligambi, Sebastiano Foti Belligambi, Sebastiano Galati Rando, Flavio Galati Sardo Pontillo, Orazio Basilio Giordano, Alessandro Gaetano Incognito, Maria Teresa Letizia, Francesco Leanza, Ivan Facciale Lombardo, Claudio Luca, Alessandro Marra, Antonino Musarra, Maria Russo, Epifanio junior Savoca, Pietro Travaglianti, Angioletta Triscari Giacucco, Antonio Triscari Giacuzzo. Stralciata la posizione di Gaetano Orazio Virzì che sarà trattata in procedimento separato.
Nel collegio difensivo gli avvocati: Giuseppe Valentino, Michele Pansera, Pietro Briguglio, Antonino Caputo, Nino Cacia, Luigi Zinno, Salvatore Cavallaro, Alessandro Pruiti Ciarello, Roberta Leanza, Stefano Greco, Walter Giuffrida, Giuseppe Rapisarda, Giuseppe Bontempo Casaloto, Alvaro Riolo, Antonina Aprile, Salvatore Silvestro, Francesca Licitra, Gabriele Lombardo, Federico Cairone, Costanzo Piccinino, Michele Fazio, Fabio Orecchio, Carmelo Scillia, Elvira Gravagna, Antonino Grippaldi, Stefano Greco, Antonino Mancuso, Stefania Rania, Enrico Trantino.