Era sfuggito al blitz di Carabinieri e Guardia di Finanza che all’alba del 13 marzo scorso aveva portato all’esecuzione di 39 misure cautelari tra le province di Catania e Messina, a carico di altrettante persone indagate, a vario titolo, per associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione finalizzata al narcotraffico, diversi episodi di spaccio di droga, estorsione, rapina, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, reati aggravati poiché commessi con metodo mafioso o con il fine di agevolare il clan “CAPPELLO-CINTORINO”.
La gendarmeria nazionale Francese ha rintracciato ed ha arrestato ad Annemasse, cittadina francese al confine tra Svizzera e Francia, un 46enne di origine catanese, in esecuzione di un mandato d’arresto europeo attivato dai Carabinieri della compagnia di Taormina. L’uomo era destinatario di una misura cautelare emessa dal GIP del tribunale di Messina, nell’ambito dell’indagine diretta dalla direzione distrettuale antimafia peloritana, che ha documentato l’influenza del clan “Cappello” di Catania nella fascia jonica della provincia messinese.
Il 46enne era stato localizzato in Svizzera al momento dell’esecuzione dell’ordinanza, facendo scattare le procedure di internazionalizzazione del provvedimento e la cooperazione di polizia. Le indagini condotte dalla polizia federale svizzera e dalla gendarmeria nazionale francese, su indicazione dei Carabinieri del comando provinciale di Messina, hanno permesso di rintracciarlo nell’area dell’Alta Savoia. Sono in corso ora le procedure per la sua consegna all’Autorità Giudiziaria italiana.
Le indagini hanno delineato, nel periodo corrente dal 2020, un quadro aggiornato degli equilibri criminali e della loro evoluzione nella fascia di territorio a cavallo tra le province di Catania e Messina, documentando l’influenza su quell’area del clan catanese “CAPPELLO” di Catania e l’attualità del sodalizio criminale di tipo mafioso, denominato clan “CINTORINO”, costituente articolazione locale dei Cappello, con cui è risultato storicamente e stabilmente collegato e alleato, attivo in particolare tra Calatabiano (CT), Giardini Naxos (ME), Taormina (ME) e zone limitrofe.
Due le ordinanza emesse che fecero scattare il blitz, risultato della strettissima sinergia investigativa attuata dalle DDA di Catania e di Messina, sotto il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, e tra Carabinieri e Guardia di Finanza, finalizzata a contrastare più efficacemente le persistenti attività, anche di sfruttamento economico del territorio, proprie dei due sodalizi nei territori “di confine” dei distretti di Catania e Messina.