Se la frode informatica non è aggravata, in mancanza della querela di parte, il processo è improcedibile, il processo è chiuso. Così il giudice monocratico del tribunale di Milano Ilaria Freddi, nel corso del processo in cui si è dibattuto su giochi, rubriche, concorsi che, senza che fossero stati richiesti, tantissimi utenti telefonici si sono ritrovati sul loro abbonamento di telefonia mobile, con un giro di svariate milioni di euro. Circostanze che adesso, dopo essere state denunciate a più riprese, ora non possono più concretizzarsi, senza l’esplicito consenso dell’utente.
L’inchiesta è stata condotta dal pm Francesco Cajani e dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco, in cui si era proceduto anche a sequestri di decine di milioni di euro. Sul banco degli imputati aziende telefoniche e compagnie collegate che agevolavano i contatti tra l’azienda e gli utenti; in contestazione l’articolo 640 ter in concorso, laddove si evince la responsabilità penale di chi altera il funzionamento di un sistema informatico.
L’inizio delle indagini risale al 2018 e a seguito dell’udienza preliminare ci furono 33 rinvii a giudizio. Dopo due anni di udienze, l’epilogo inaspettato, dopo l’intervento del consulente tecnico di parte Roberto Consalvi (nella foto), ingegnere informatico forense iscritto all’albo dei ctu del tribunale di Patti, che ha lavorato con il consulente informatico forense Fabio Zito di Roma e poi di Marco Zonaro, anche lui consulente tecnico di parte, di Roma.
Nel corso del dibattimento, durante l’udienza del 20 maggio scorso al Tribunale di Milano, rispondendo alle domande degli avvocati e del Pm, i due consulenti hanno spiegato che, nel caso in oggetto, non si fosse concretizzato un furto di identità digitale; e questo ha fatto cadere l’aggravante sostenuta dalla Procura, che aveva proceduto di iniziativa, senza querele di parte. Da qui il processo è stato completamente azzerato, tutti gli imputati sono stati assolti, restituendo loro quanto era stato sequestrato.
L’ennesima medaglia per l’ingegnere pattese Roberto Consalvi, consulente da 24 anni di varie procure su decine di casi tra omicidi, suicidi, stalking e pedopornografia. Tra gli altri è stato consulente della procura di Patti nei casi mediatici di “Viviana e Gioele”, della “mamma e figlia di Santo Stefano morte suicide” e consulente di parte della famiglia nel caso mediatico di “Larimar Annaloro”.
L’ingegnere Consalvi, lo scorso anno, a Milano, nel corso della sesta edizione del “Forensics Awards”, è stato indicato quale eccellenza italiana nel campo della Digital e Mobile Forensics ossia le investigazioni giudiziarie su dispositivi elettronici. Nel settembre dello scorso anno gli è stata anche conferita ad honorem la certificazione di “Grand Fathering” nell’ambito “Forensics”.