“Vecchia Marina Pignatara”: questo il titolo dell’incontro organizzato da Italia Nostra Presidio Nebrodi in collaborazione con la Banca del Tempo di Patti con gli alunni della scuola elementare “Filippo Zuccarello“ di Patti Marina, appartenenti all’Istituto Comprensivo Pirandello di Patti nell’ambito della Rassegna “Narrazioni”, in occasione della campagna nazionale “ Il Maggio dei Libri”.
L’iniziativa si è svolta nei giorni scorsi ed ha avuto luogo nei locali della Biblioteca
Comunale a Villa Pisani, alla presenza delle classi quarte della scuola elementare di
Patti Marina accompagnati dalla loro maestra Lilli Vitanza e dalle maestre Nunzia
Rossello e Anna Nibali.
Fare riscoprire le proprie tradizioni e le proprie radici e sensibilizzare sin da piccoli
alla tutela e alla salvaguardia del nostro patrimonio culturale. Questo l’obiettivo di
Italia Nostra e della Banca del Tempo di Patti nell’incontro con gli alunni della scuola
elementare di Patti Marina.
Il Responsabile di Italia Nostra Angela Pipitò ha mostrato una carrellata di immagini riferite all’antica produzione della ceramica pattese, spiegando, con significative foto d’epoca, il duro lavoro dei pignatari marinoti, che lavoravano negli “Stazzuni“ – le fabbriche di pentole, di Patti Marina, di ”suli in suli”.
Durante l’incontro sono state lette alcune poesie in dialetto, tratte dal libro “Vecchia Marina Pignatara” , edito nel 1994, scritto con grande amore per il proprio paese dal maestro Antonino Filippo Ceraolo che fin da piccolo ha vissuto in questi ambienti di lavoro essendo il padre “capo cuocitore di forni”.
Nel libro si rievoca il rito quotidiano dell’antica arte della lavorazione della creta descrivendo
minuziosamente le varie fasi del lavoro e i vari personaggi. Ogni artigiano aveva un
compito ben preciso nella lavorazione della creta, dal carrettiere che caricava la creta
e la scaricava “nto chianu a crita” e poi trasportava le pentole sfornate fino alla
spiaggia per essere spedite con il bastimento, all’asciugatore di creta che sbriciolava
e stendeva al sole l’argilla, all’impastatore che riduceva in polvere la creta e poi
l’impastava, al pignataru che con il tornio forgiava pentole, tegami, bummuli, burnìe
che poi passavano allo sfornatore per essere infornati e sfornati.
Infine, a sovrintendere tutte queste operazioni c’era il capo cuocitore di forni che accendeva il fuoco e stabiliva la giusta cottura delle pentole nel forno. Un mondo d’altri tempi che
appartiene al passato ma che ha affascinato gli alunni che hanno ascoltato con
interesse le letture anche attraverso il kamishibai un teatrino di carta attraverso cui
scorrevano i vari personaggi manovrato dalle sapienti mani della maestra Maria
Giovanna Natoli.
Un mondo del passato che rappresenta la nostra memoria e che vale la pena ricordare. Su questo mondo lontano e su questa antica arte della lavorazione della creta i bambini hanno poi realizzato nei giorni successivi dei disegni illustrando i vari personaggi raccontati durante l’incontro attaccandoli, sotto la guida della loro maestra, su una parete dell’aula e realizzando una bellissima mostra.
Una tradizione secolare, quella della produzione della ceramica, che rappresenta
l’identità degli abitanti del luogo che potrebbe rivivere attraverso la creazione di un
Museo della ceramica nel luogo dove ancora resiste l’antica Fornace, l’ultima
testimonianza di un mondo che non c’è più, che versa in una condizione di grave
degrado, nonostante gli appelli di Italia Nostra finora non accolti dalle istituzioni
competenti.