Gli interventi realizzati non possono essere ricondotti alla mera attività di scerbatura e trinciatura con mezzo meccanico, ma sembrano costituire opere di sbancamento e rimodellamento del terreno tali da determinare una significativa trasformazione dello stato dei luoghi. Così il Consiglio di Giustizia Amministrativa che ha rigettato la richiesta di sospensiva presentata da un privato, rappresentato dagli avvocati Alessio Papa e Sebastiano Campanella.
Si è opposto alla Regione Siciliana, all’Arpa, all’assessorato regionale infrastrutture e mobilità e territorio e ambiente, al genio civile di Messina, alla soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Messina, all’autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia e al comando regionale del corpo forestale e al comune di Castroreale, quest’ultimo rappresentato dall’avvocato Benedetto Calpona, presentando ricorso anche nei confronti di un privato, rappresentato dall’avvocato Francesco Puliafito.
La vicenda era iniziata al Tar di Catania dove il privato ricorrente aveva chiesto l’annullamento dell’ordinanza dell’1 luglio 2024 con la quale il comune di Castroreale contestava una violazione edilizia, la realizzazione di lavori senza il permesso di costruire e senza le autorizzazioni degli enti regionali preposti; da qui era stato ordinato l’immediato ripristino e messa in sicurezza dei terreni e la presentazione di un progetto con tutti i pareri previsti dalla legge.
Il ricorso riguardava anche una nota del Genio Civile di Messina del 23 settembre 2024 di sospensione dei lavori e di ingiunzione al ripristino e messa in sicurezza del terreno e della stradina comunale che lo attraversa, come già prescritto nell’ordinanza comunale.
Il Tar aveva rigettato la richiesta di sospensiva e da qui l’appello e l’ulteriore prosecuzione al Cga che ha confermato quanto deciso dal Tar, perché gli interventi eseguiti hanno comportato una trasformazione permanente dell’orografia del territorio. Per questo ed altri motivi è stato respinto l’appello cautelare.