“Carte false” si, ma di imbarco per voli da e per la Sicilia, con tanto di dettagli e QR code, finemente riprodotte con software di grafica e scrittura, poi presentate alla Regione Siciliana per ottenere il rimborso pari al 50% del prezzo del biglietto aereo. Sarebbe questo il raggiro che avrebbe messo in piedi, secondo le ipotesi accusatorie della Procura di Catania, uno studente di 26 anni, finito nelle maglie dei controlli della Regione e poi degli uomini della Guardia di Finanza, a cui non è sfuggita qualche imprecisione di grafica e impaginazione nelle carte “incriminate”. Secondo la ricostruzione degli inquirenti il giovane avrebbe sfruttato il bando “Caro Voli”, emesso dalla regione Siciliana a partire dal 2023 per sostenere la continuità territoriale dell’Isola e fare fronte all’impennata dei costi dei biglietti aerei per le tratte di collegamento con la regione, in particolare a ridosso di festività e vacanze.
Il giovane avrebbe creato una sequela di false carte di imbarco, usando software di grafica e scrittura, per poi chiedere, tramite il portale dedicato “SiciliaPei”, il rimborso del 50% del valore dei biglietti, come prevede la misura regionale. Un raggiro che avrebbe sfruttato il sistema di rimborso delle istanze, sfuggendo ai controlli della Pubblica amministrazione. I mandati di pagamento, infatti, sono collettivi e le autorizzazioni ai rimborsi vengono emesse per elenchi di utenti in modo tale da non fare emergere cifre “fuori scala” per un singolo richiedente. Ad un certo punto, però, gli uffici della Regione si sono accorti che qualcosa non quadrava e, oltre a bloccare i rimborsi, hanno denunciato tutto alle Autorità.
“Le carte false” sono finite sotto la lente della guardia di finanza, che ha vagliato, una per una, ogni singola istanza, scoprendo come, per il solo mese di ottobre 2024, lo studente avrebbe ottenuto il rimborso di 66 mila e 900 euro a fronte di 892 pratiche presentate: viaggi aerei nazionali che risulterebbero eseguiti, sulla carta, addirittura nello stesso giorno e su più tratte contemporaneamente. Insomma il giovane sarebbe risultato su due arei diversi nello stesso tempo o quasi. Il 26enne avrebbe, quindi, incassato i rimborsi e li avrebbe investiti in titoli di Stato e fondi assicurativi, poi smobilizzandoli per incamerare altri profitti. A suo carico è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo per oltre 86mila euro, congelando i saldi dei sui conti correnti bancari. Adesso è indagato per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed autoriciclaggio.