E’ stata annullata la nota della Regione Siciliana che aveva giudicato inammissibile la spesa di oltre 120 mila euro per la progettazione e le indagini geologiche per i lavori di consolidamento del centro abitato contrada Calò – via Nazionale di Castroreale. Così hanno deciso i giudici della quarta sezione del Tar di Catania, che hanno accolto il ricorso del comune montano, rappresentato dall’avvocato Arturo Merlo.
La nota regionale è stata inviata il 9 novembre 2023, comunicando al comune l’inammissibilità della spesa sul finanziamento ottenuto nel febbraio 2016 e l’avvio delle procedure per il recupero delle somme.
Il comune presentò due ricorsi, quello introduttivo contro l’avvio del procedimento di inammissibilità della spesa e quello per motivi aggiunti contro la nota che, a seguito della richiesta di riesame, confermò l’inammissibilità della spesa.
La Regione, che aveva finanziato l’intervento per 800 mila euro, contestò al comune di aver frazionato le spese per la relazione geologica e la progettazione, ritenendole dunque non ammissibili.
Il 16 febbraio 2024 fu accolta la richiesta di sospensiva proposta dal comune, ai fini del riesame degli atti impugnati, ma il 30 maggio successivo la Regione confermò la propria decisione e da qui il comune prospettò il ricorso per motivi aggiunti.
Il Tar ha dichiarato improcedibile il ricorso introduttivo per sopravvenuta carenza di interesse, ma ha ritenuto fondato quello per motivi aggiunti, spiegando come l’intervento di consolidamento fu ammesso a finanziamento nel 2016; nel 2017, prendendo atto del nuovo quadro economico, a seguito del ribasso offerto in sede di gara, fu impegnata la somma di oltre 674 mila euro, accreditata al comune di Castroreale, che effettuò spese per oltre 672 mila euro.
La Regione comunicò di non aver ritenuto ammissibile ai fini della certificazione di spesa l’importo di oltre 121 mila euro per gli incarichi di progettazione esecutiva, coordinamento sicurezza e direzione lavori e poi studio geologico tecnico e indagini geognostiche, ritenendo si trattasse un frazionamento artificioso dell’appalto.
Il Tar invece è stato di diverso avviso; da qui accogliendo il ricorso per motivi aggiunti, ha annullato la nota della Regione, condannata anche al pagamento nei confronti del comune di Castroreale sia del 50% delle spese di lite, pari a 5 mila euro e anche di quanto pagato a titolo di contributo unificato sia per il ricorso introduttivo che per quello per motivi aggiunti.