Sono ancora vividi i ricordi dell’estate 2023, quando la Sicilia fu devastata da terribili incendi che divorarono ettari di macchia mediterranea, boschi, aziende, case e, purtroppo, anche vite umane. A quasi due anni dai quei momenti infernali di fumo, fiamme e distruzione, arriva il provvedimento cautelare degli arresti in carcere per un 59enne di Taormina, sotto indagine quale presunto autore dell’innesco che il 25 e 26 luglio 2023 scatenò l’inferno di fuoco e fiamme nei territori comunali di Castelmola, Letojanni e Taormina, causando ingenti danni a boschi, coltivazioni, fabbricati presenti nei terreni. Le fiamme di propagarono fino ai terreni adiacenti l’autostrada A18, che fu necessario chiudere temporaneamente.
Le indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Taormina, sotto il coordinamento della Procura di Messina, guidata da Antonio Amato, hanno permesso di ricostruire un grave quadro indiziario a carico del 59enne, già noto alle Forze dell’ordine, che secondo gli inquirenti avrebbe innescato il 25 luglio l’incendio al fine di bruciare i terreni perché si rigenerasse nuova erba e poterli così sfruttare per il pascolo, anche se i fondi in questione non sarebbero stati di sua proprietà, ma soltanto limitrofi ai suoi possedimenti.
L’indagato avrebbe invitato vari allevatori a condurre il proprio bestiame nelle aree interessate, avviando trattative per concedere le stesse, benché senza alcun titolo, in cambio di somme di denaro, per migliaia di euro, vantandone ingiustificatamente la disponibilità, comportandosi come se ne fosse il proprietario a scapito dei veri proprietari, esercitando una sorta di predominio sull’aree, al solo scopo di incendiarle e trasformarle in luoghi idonei al pascolo, per poi affidarli, dietro pagamento, ai titolari di allevamenti. Lo stesso, secondo le indagini dei Carabinieri, avrebbe accompagnato alcune persone sui luoghi, aiutandoli a scaricare capi di bestiame, per farli rimanere al pascolo.
L’incendio del 25 luglio 2023, fu innescato nel territorio di Taormina, in un’area che comprendeva un’intera collina dove insistono terreni di proprietà privata, tra cui uliveti. Secondo la ricostruzione della Procura l’indagato, dopo aver appiccato il fuoco, non sarebbe stato più in grado di controllarlo, per l’improvviso cambio di direzione ed intensità del vento. Nell’incendio andarono distrutti il suo camion, che il 59enne non era riuscito a spostare, e due fucili contenuti al suo interno.
L’incendio quindi si propagò in maniera rapidissima, interessando oltre 230 ettari di terreno. Per spegnerlo fu necessario un notevole impegno di forze in campo, tra Vigili del Fuoco e Corpo Forestale della Regione, che in quelle ore erano per altro chiamati ad intervenire su più fronti, essendo divampati altri roghi nei comuni di Roccella Valdemone, Furci Siculo, Santa Teresa Riva e Savoca, dove la situazione era drammatica e fu necessario anche evacuare delle abitazioni, alcune delle quali andarono poi distrutte.
L’uomo, già coinvolto in altre vicende giudiziarie, lo scorso 13 marzo era già stato raggiunto da ordinanza di custodia cautelare in carcere, nell’ambito di una vasta operazione della DDA di Messina, per estorsione aggravata dell’agevolare l’associazione mafiosa. Ora dovrà rispondere anche per le ipotesi di incendio boschivo, aggravato dal grave danno ambientale e dalla determinazione di un pericolo per gli edifici.