domenica, Maggio 4, 2025

Capo d’Orlando – Tumori, nel paese di “Sapore di Sale”, rischio di morire ridotto del 10% – VIDEO

mazzone

Venerdì 2 maggio al Teatro allo Scalo di Capo d’Orlando si è tenuta la presentazione di uno studio ideato dall’internista Antonino Mazzone e basato sull’elaborazione di dati Istat riguardanti i casi di cancro nella cittadina tirrenica.

Il prof. Mazzone, già presidente Fadoi (società scientifica di medicina interna) e attuale direttore del Dipartimento medico dell’Asst Ovest Milanese, originario proprio di Capo d’Orlando ci dice che i dati sono confortanti: una vita passata nella città che diede i natali a “Sapore di Sale”, la celebre canzone di Gino Paoli, offre ai suoi cittadini un dono ancora più speciale: un rischio di morire di cancro ridotto del 10,2% rispetto alla media italiana ed europea.

E’ il dato svelato da una ricerca condotta da Federica Cristiano, specializzanda in Farmacologia all’università di Messina e vincitrice di una borsa di studio bandita da Coop Servizi sociali per sostenere il progetto ideato dall’internista Antonino Mazzone, un figlio di Capo d’Orlando.

Sui risultati dell’indagine, nella serata di ieri, 2 maggio, si sono accesi i riflettori del Teatro allo Scalo di Capo d’Orlando che ha ospitato il convegno ‘Oncologia e Servizio sanitario nazionale: i dati Istat su Capo d’Orlando e le sfide per il futuro’.

Il prof. Mazzone ha coordinato l’evento a cui sono intervenuti Lorenzo Maffioli, direttore generale dell’Istituto romagnolo per lo studio dei tumori ‘Dino Amadori’ – Irst Irccs di Meldola (Forlì-Cesena); Antonio Parenti, direttore Salute pubblica, Cancro e Sicurezza sanitaria, direzione generale Sante della Commissione europea, e Giuseppe Sindoni, dirigente del Servizio per la cybersicurezza Istat. Presenti diversi rappresentanti delle istituzioni locali; moderatori i giornalisti Giuseppina Paterniti (già direttrice del Tg3) e Marco Lanza (ex La7).

Ma qual è la ‘ricetta’ di Capo d’Orlando? Lo studio chiama in causa un mix di fattori protettivi. Il primo: “Stili di vita salutari. In particolare, un’elevata aderenza al modello alimentare mediterraneo, associata a minori tassi di tabagismo e a una discreta diffusione dell’attività fisica”. Poi l’alta partecipazione ad attività di screening. Un modello che può essere replicato in numerose città italiane.

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