mercoledì, Dicembre 11, 2024

Palermo, fortino dello spaccio di crack allo Sperone. 18 arresti

polizia stato palermo

Spacciavano crack nei box di un complesso popolare allo Sperone. Un vero e proprio fortino, con grate e cancelli per limitare gli accessi e la presenza di vedette, posizionate ai piani alti dei palazzi oppure organizzate con vere e proprie ronde persino nei quartieri limitrofi per tenere sotto controllo l’area e intercettare le forze dell’ordine. E’ scattata all’alba oggi l’operazione della Polizia di Stato che ha chiuso il cerchio su una presunta associazione criminale, operativa nel popoloso quartiere del capoluogo, che smerciava crack al minuto. L’indagine dei poliziotti del commissariato di PS di Brancaccio, che documenta migliaia di episodi di spaccio, tra il 2020 ed il 2022, è stata coordinata dai sostituti procuratori Giorgia Righi e Giorgia Spiri della Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura di Palermo. 18 le persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP Pilato, 17 delle quali dovranno rispondere del reato di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti ed una del reato di spaccio.

Un lavoro lungo e certosino quello dei poliziotti di Brancaccio, che si sono avvalsi di sofisticate tecnologie ed attività di intercettazione, reso particolarmente difficoltoso per le modalità con cui questo lembo di periferia sud-orientale del capoluogo era stato blindato dai presunti appartenenti al gruppo, tanto che la zona era conosciuta tra pusher e clienti come “ai cancelli”. Per “bucare” questa roccaforte dello spaccio, tra le più grosse piazze dell’intera Sicilia, sono state piazzate telecamere e documentate, in presa diretta, numerose cessioni anche nei confronti di acquirenti provenienti da comuni del palermitano e di altre province. Un giro d’affari presunto, dal 2020 al 2022, che avrebbe fruttato all’organizzazione 50.000,00 euro al mese. L’associazione avrebbe ruotato attorno a due gruppi familiari che avrebbero agito in pieno accordo, persino dopo una fase di tensione, sfociata nel pestaggio di un capo di una delle due famiglie, ma conclusasi con un rinnovata “pax criminale” in nome del comune profitto.

Un’organizzazione ben collaudata e strutturata, dove i compiti erano rigorosamente ripartiti, con rigide “turnazioni di lavoro” dalle 8 alle 18 e dalle 18 alle 2 del mattino; si usava sempre lo stesso punto di spaccio, le modalità erano contrassegnate da automatismo e i proventi ripartiti tra sodali con una cassa comune.

Nei pressi di uno dei box condominiali, considerato epicentro di spaccio e luogo di transito giornaliero per decine di automobilisti/acquirenti che sostavano pochi secondi per realizzare un “take away” del crack, i sodali avevano anche approntato una rivendita illecita di bibite, lucrosa attività collaterale e al contempo diversivo per giustificare la presenza di tanti clienti. Tanti, si, come documentano le diverse indagini della Procura, le associazioni di volontariato e le istituzioni, per un fenomeno, quello dello spaccio e del consumo di crack, che a Palermo è diventato un vero e proprio un buco nero che inghiotte le vite di coloro che ci scivolano dentro. Nel corso delle indagini, la Polizia di Stato ha effettuato numerosi arresti e sequestri di crack, ottenendo al contempo il riscontro sulle singole cessioni attraverso le audizioni e le confessioni degli acquirenti – assuntori, fermati a distanza di sicurezza dai luoghi dello spaccio.

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