lunedì, Dicembre 9, 2024
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Rapina in gioielleria a Frazzanò: disposte tre condanne in abbrevito

rapina frazzanò

Tre condanne inflitte dal Gup del Tribunale di Patti Ugo Domenico Molina, per la rapina perpetrata in una gioielleria a Frazzanò, con pestaggio del gestore, avvenuta nel gennaio del 2023.

Il giudice, con rito abbreviato, ha condannato a 7 anni di reclusione Giuseppe Antonino Arcuni e Vincenzo Vinci, rispettivamente di 32 e 31 anni, entrambi di Palermo ed accusati di rapina aggravata, sequestro di persona e lesioni. Il terzo imputato, Ennio Gugliotta, 23 anni di Mirto, accusato di essere stato il basista, è stato condannato a 4 anni di reclusione.

A carico degli imputati anche il risarcimento dei danni subiti dalla persona offesa, costituitasi parte civile.

I fatti sono avvenuti la sera del 27 gennaio 2023, poco prima della chiusura, due soggetti, con il volto travisato, si introdussero nel negozio di preziosi sito a Frazzanò e, dopo aver percosso il gestore, si impossessarono di gioielli, orologi e denaro, per un valore totale di circa 40.000 euro. Prima di darsi alla fuga, i banditi, avrebbero immobilizzato, legandolo mani e piedi, il gestore, che tuttavia era riuscito ugualmente ad attivare il sistema di allarme che ha permesso l’immediato intervento dei militari dell’Arma.

Subito scattarono le indagini, che portarono a una svolta poco dopo: secondo la ricostruzione dei carabinieri, il giovane complice, prima della rapina, si sarebbe recato nella gioielleria con il pretesto di acquistare dei preziosi.

Una volta ultimato l’acquisto, sarebbe uscito dal negozio lasciando volutamente aperta la porta d’ingresso, proprio in concomitanza dell’arrivo dei rapinatori che, senza alcun problema, si sono introdotti all’interno del locale per commettere il reato. Il complice, nel tentativo di depistare le prove del suo coinvolgimento, telefonò ai Carabinieri senza dire una parola. Una telefonata muta, allo scopo di farla ritrovare sui tabulati, come se volesse avvisare i Militari dell’Arma della rapina.  Durante le indagini inoltre i RIS hanno trovato nel negozio tracce di DNA appartenente ai due palermitani. Adesso le condanne.

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