mercoledì, Dicembre 11, 2024

Femminicidio Lorena Quaranta, annullato ergastolo per ex fidanzato: «Stressato dal Covid»

lorena quaranta

“I Giudici di merito non avrebbero verificato se la specificità del contesto, il periodo Covid e la difficoltà di porvi rimedio costituiscano fattori incidenti sulla misura della responsabilità penale”.

Continuano a far discutere le motivazioni con cui la Cassazione ha annullato con rinvio, limitatamente all’applicabilità delle attenuanti generiche, la condanna all’ergastolo per l’infermiere calabrese Antonio De Pace per l’uccisione di Lorena Quaranta, la studentessa di Medicina, originaria di Favara, in provincia di Agrigento.

La giovane fu strangolata dal fidanzato in una villetta di Furci Siculo, il 31 marzo 2020, in piena pandemia da Covid-19.
Ed è proprio a quel periodo particolare che per i giudici bisogna guardare. L’emergenza e le restrizioni, come è stato ricostruito nella sentenza della Corte di Cassazione, avrebbero inciso sull’animo dell’infermiere.

De Pace è stato condannato all’ergastolo ma ora la Cassazione ha deciso di annullare la condanna, «con rinvio, limitatamente all’applicabilità delle attenuanti generiche». La motivazione? De Pace era «stressato dalla pandemia». Ora quindi per lui ci sarà un nuovo processo.

La sentenza, che non ha mancato di suscitare la preoccupata reazione anche dei centri antiviolenza, ha registrato anche la presa di posizione del vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Alfredo Antoniozzi che ha commentato la decisione dei giudici sul caso della giovane che fu strangolata dal fidanzato in una villetta di Furci Siculo.

Antoniozzi (FdI): sentenza Cassazione su femminicidio sorprende

“Ancora una volta la Cassazione, che pure rimane il presidio di legalità e di diritto, ci sorprende. La sentenza con la quale si annulla l’ergastolo all’assassino di Lorena Quaranta perché bisogna considerare lo stress da Covid francamente ci lascia esterrefatti”.

Lo afferma il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Alfredo Antoniozzi, presentatore della proposta di legge di modifica degli articoli 88 e 89 del codice penale che disciplinano l’infermità e la seminfermità mentale. “Non è bastata – prosegue Antoniozzi – la famigerata sentenza a sezioni unite del 2005 che ha conferito dignità ai disturbi di personalità. Oggi arriva la decisione che stabilisce le attenuanti per lo stress da Covid. Non abbiamo parole”.

L’efferato delitto

Il delitto di Lorena avvenne il 31 marzo 2020, in pieno lockdown, a Furci Siculo, dove i due vivevano e studiavano insieme.

Era stato lo stesso De Pace a chiamare i Carabinieri quella notte. Lorena era stata trovata senza vita, uccisa al culmine di una lite. Dopo aver colpito Lorena alla fronte con un oggetto, tramortendola, De Pace l’aveva immobilizzata e poi atrocemente soffocata. Per spiegare il raptus che lo aveva colto, l’infermiere aveva dato una “giustificazione” agghiacciante: uno stato d’ansia provocato dalla paura di essere stato contagiato dal coronavirus, cosa poi rivelatasi assolutamente infondata.

Dopo averla uccisa, tentò il suicidio tagliandosi le vene, riuscendo però a procurarsi solo ferite superficiali. Poi la chiamata ai carabinieri.

Lorena, originaria di Favara, frequentava l’ultimo anno della facoltà di Medicina e presto si sarebbe laureata. L’Università di Messina la proclamò dottoressa in Medicina e Chirurgia, con la votazione di 110 e lode. Una vita spezzata troppo presto.

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