sabato, Dicembre 14, 2024

Messina: dibattito su cultura giudiziaria e storie di ingiustizia

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Non solo cultura giudiziaria: l’’ingiustizia nelle contraddizioni più umane e dolorose con Lucio Luca e Fabio Mazzeo alla Fondazione dell’Avvocatura Messinese

Questo il tema dell’evento “Dai giornali alla narrativa: storie di ingiustizia” svoltosi nella sede della Fondazione a Messina e promosso dalla Fondazione dall’Avvocatura Messinese, l’Ordine degli Avvocati di Messina e l’Associazione ALuMnime, con la collaborazione della libreria Bonazinga di Messina.

Presenti i due autori Lucio Luca con il testo “La notte dell’Antimafia. Una storia italiana di potere, corruzione e giustizia negata” e Fabio Mazzeo con “58:11”. A dialogare con loro è stato il vicepresidente FAM Massimo Rizzo.

L’evento, moderato dal redattore della Gazzetta del Sud Sebastiano Caspanello, è iniziato con i saluti del Presidente FAM Vincenzo Ciraolo, nonché socio fondatore dell’Associazione ALuMnime dal 2014.

«Eventi di questo tipo, costruiti sull’aspetto umano, ha spiegato il presidente Ciraolo ci danno la possibilità di trattare i temi della giustizia in modo diverso rispetto ai metodi canonici, facendo cultura non solo giudiziaria».

Sulla stessa linea anche il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Messina Paolo Vermiglio ed il presidente dell’Associazione ALuMnime Francesco Rende, che ha auspicato la realizzazione di altri eventi in sinergia con la Fondazione dell’Avvocatura Messinese.

«Uno dei rischi nei quali cade spesso la giustizia è quello di non valutare come merita l’aspetto umano, ha ribadito Lucio Luca, che ha scritto “La notte dell’Antimafia. Una storia italiana di potere, corruzione e giustizia negata”. Dietro un reato, un processo, un’ipotesi accusatoria ci sono sempre uomini e donne la cui vita può essere stravolta per sempre.”

“La giustizia, intesa come apparato, burocrazia, può diventare il nemico principale della persona. Fragile di fronte all’uccisione di una figlia come nel caso del killer del mio thriller, ha commentato Fabio Mazzeo, che ha scritto “58:11”; la vittima d’ingiustizia può subire una metamorfosi della psiche, e tornare all’idea di una vendetta che pareggi i conti.”

 

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