domenica, Dicembre 15, 2024

Cinque corpi restituiti dal Tirreno: il mistero di quei cadaveri. Indagano le Procure

Guardia Costiera Messina 1

Sono 5 i corpi restituiti dal Tirreno tra il 17 marzo e il 22 aprile scorsi. 4 di questi sono stati recuperati in provincia di Messina, tre al largo delle Isole Eolie, tra Vulcano e Filicudi ed uno a Rodia. Il quinto cadavere, in avanzato stato di decomposizione, è stato trovato il 22 aprile sulle coste campane a Marina Piccola, nell’area portuale di Sorrento. 4 le Procure a lavoro per risolvere il mistero: Patti, Barcellona PG, Messina e Torre Annunziata. Tre dei corpi recuperati indossavano un giubbotto di salvataggio rosso. Elemento che lascia ipotizzre che si possa trattare di migranti morti durante un naufragio non segnalato. Intanto trapelano altri dettagli, come il fatto che si tratterebbe di soggetti caucasici e la presenza di tatuaggi, su due dei corpi trovati nel mare delle Isole Eolie che potrebbero aiutare gli inquirenti nell’identificazione. Ad eseguire le autopsie sui corpi ritrovati alle Eolie e a Rodia la professoressa Daniela Sapienza. Nessuno, sino ad ora, ha reclamato i corpi. La vicenda riporta alla mente quanto accaduto tra ottobre  2019 e gennaio 2020, quando vennero trovati i cadaveri di tre sub sulle spiagge del litorale tirrenico, a Trabia, Cefalù e Castel di Tusa. Il mistero dei sub si intrecciava con il ritrovamento nello stesso periodo di diversi pacchi di hashish sulle spiagge di Castelvetrano, Cefalù, Messina e Agrigento. L’ipotesi era che si trattasse di una parte di un grosso carico di droga, colato a picco nel naufragio di un’imbarcazione. Cinque le Procure coinvolte nelle idagini: Termini Imerese, Patti, Messina, Agrigento e Trapani. La Procura di Patti, per agevolare l’identificazione, fece diffondere le immagini dei tatuaggi del corpo ritrovato a Castel di Tusa. La madre di due giovani tunisini, Jalila Taamallah, li riconobbe, consentendo di identificare due dei corpi ritrovati quali quelli dei suoi due figli. La donna negò ogni possibile coinvolgimento dei giovani nel traffico di stupefacenti, specificando che i due erano pescatori, probabilmente morti nella traversata a bordo di un’imbarcazione tra le coste tunisine e quelle della Sicilia.

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