giovedì, Dicembre 12, 2024

Strage di Suviana, sotto sequestro la salma di Vincenzo Franchina

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A stabilire cosa sia accaduto nella centrale idroelettrica di Enel Green Power di Bargi, a Camugnano sul lago artificiale di Suviana nel primo pomeriggio del 9 aprile scorso sarà un’inchiesta della Procura di Bologna, guidata da Giuseppe Amato.

Disastro e omicidio colposo i reati ipotizzati, al momento a carico di ignoti, nel fascicolo aperto sulla strage e affidato al PM Flavio Lazzarini. Le indagini, saranno effettuate dai carabinieri di Vergato, del nucleo investigativo di Bologna e dell’Ispettorato del lavoro, che sin da subito subito si sono messi a lavoro per raccogliere quante più informazioni possibili sull’impianto.

Nella trappola infernale di Suviana hanno perso la vita Vincenzo Franchina 36enne di Sinagra, padre di un bimbo di pochi mesi, Mario Pisani, 73 anni, di San Marzano di Giuseppe in provincia di Taranto, nonno di 5 nipotini e Petronel Pavel Tanase, 45 anni, cittadino rumeno residente a Settimo Torinese, papà di due gemelli. Le salme, trasferite all’ospedale Maggiore di Bologna, sono state poste sotto sequestro, a disposizione dell’A.G. In attesa degli sviluppi i familiari di Vincenzo, distrutti dal dolore, sono rimasti a Sinagra, dove la comunità ha fatto cerchio attorno alla famiglia, già colpita nel 1987 da un’altra morte bianca. Proprio lo zio di Vincenzo, infatti, ha perso la vita a 27 anni, folgorato da una scarica elettrica, mentre lavorava.

Pesantissimo il bilancio dell’incidente: oltre ai tre morti accertati, 5 i feriti, di cui 3 in gravi condizioni, ma stabili e 4 i tecnici ancora dispersi, per i quali, con il passare delle ore, la speranza di ritrovarli ancora in vita si va spegnendo. Sono Paolo Casiraghi, 59 anni, di Milano, Alessandro D’Andrea, 37 anni, di Pontedera, ma residente nel milanese, Adriano Scandellari, 57 anni, nato a Padova e residente a Mestre e Vincenzo Garzillo, 68 anni, di Napoli. Le ricerche erano state interrotte ieri mattina e riprese in serata. I piani -8, -9 e -10 interessati dai danni di quella che potrebbe essere stata l’esplosione di una turbina, erano invasi d’acqua e pieni di macerie e pezzi di cemento armato. A lavoro i sommozzatori di Vigili del Fuoco e Guardia di Finanza, con l’aiuto di droni acquatici e idrovore, per liberare i piani allagati. Per poter consentire di smaltire l’acqua si è proceduto anche ad abbassare il livello del lago artificiale.

Le ricerche vanno avanti, fin quando non saranno trovate le persone che mancano all’appello. Solo dopo, l’area verrà messa in sicurezza e si potrà procedere ai sopralluoghi che dovrebbero consentire di ricostruire cause e fasi di questa immane tragedia.

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