sabato, Dicembre 14, 2024

Milazzo, operazione “Hidden Yacth”, 16 imbarcazioni da diporto con bandiera estera non dichiarate al fisco

guardia finanza motovedetta

Detengono imbarcazioni da diporto immatricolate in registri esteri, ma non le dichiarano al fisco, per un valore di 8 milioni e mezzo di euro. Le Fiamme Gialle della Sezione Operativa Navale di Milazzo, nell’ambito dell’operazione “Hidden Yacht”, hanno individuato 16 imbarcazioni da diporto battenti bandiera estera nella disponibilità di contribuenti italiani che non hanno adempiuto alla prevista compilazione del quadro RW della dichiarazione dei redditi.

La frequente immatricolazione di unità navali da diporto presso stati esteri – fenomeno noto anche come “flagging out” – avviene soprattutto con lo scopo di eludere le normative nazionali fiscali e di sicurezza della navigazione.

Tuttavia, secondo quanto stabilito dalla disciplina del cosiddetto monitoraggio fiscale, le persone fisiche residenti in Italia hanno l’obbligo di indicare la disponibilità di tali imbarcazioni nell’apposita sezione del modello di dichiarazione dei redditi.

La costante attività di vigilanza costiera ha permesso ai militari della Sezione Operativa Navale di monitorare numerose imbarcazioni ormeggiate o che sono transitate nella circoscrizione di servizio del Reparto, che ricomprende le Isole Eolie e parte del versante tirrenico del litorale della provincia di Messina.

Al termine di un trasversale percorso info-investigativo, supportato dall’utilizzo delle banche dati in uso al Corpo, sono state individuate 16 imbarcazioni battenti bandiera straniera (principalmente Francia, Belgio Polonia e Regno Unito) non dichiarate dai proprietari per uno o più anni di imposta.

Il valore dei beni occultati al fisco, in base al totale delle annualità omesse, ammonta complessivamente a più di 8 milioni e mezzo di euro, per sanzioni previste che vanno dal 3% al 15% del valore del patrimonio non dichiarato per ogni anno di imposta.

Sono stati quindi segnalati ai competenti Reparti territoriali i responsabili, fra cui anche uno skipper professionista che ha adibito stabilmente l’unità navale estera all’attività di charter in acque territoriali.

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