domenica, Dicembre 15, 2024

“Ristori Covid” a Messina arrestato funzionario dell’Agenzia delle Entrate. Denunciati due commercialisti

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Tentata concussione, induzioni indebite a dare utilità, emissioni ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Con queste accuse sono state eseguite tre ordinanze cautelari nei confronti di un funzionario della direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate e due commercialisti messinesi.

Nell’ambito di articolate attività di polizia giudiziaria coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina, ed in particolare dal dipartimento che tratta i reati contro la Pubblica Amministrazione, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina stanno dando esecuzione all’ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale peloritano, con cui è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un funzionario della Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate e quella interdittiva del divieto temporaneo di esercitare la professione, della durata di 12 mesi, per due commercialisti messinesi.

Le indagini hanno preso avvio dalla denuncia di un imprenditore che, nel periodo dell’emergenza sanitaria Covid–19, aveva presentato la richiesta per ottenere i contributi finanziati attraverso il c.d. “Decreto Ristori” di cui al D.L. n. 137 del 2020.

Secondo gli elementi finora acquisiti, il Funzionario dell’Agenzia delle Entrate avrebbe prospettato all’imprenditore un collegamento tra l’erogazione dei contributi dovuti e le sponsorizzazioni ad una associazione sportiva dilettantistica, di cui lui stesso era Team Manager.

Gli ulteriori approfondimenti, quindi, portavano alla luce, secondo ipotesi d’accusa, un contesto illecito assai più ampio, in cui risultavano coinvolti anche due commercialisti che, in accordo con il pubblico ufficiale, si facevano portavoce delle indebite richieste del funzionario, incentivando i clienti ad elargire sponsorizzazioni. Inoltre, le imprese che avevano assecondato siffatte richieste ottenevano anche un beneficio fiscale, portando in deduzione le spese di sponsorizzazione effettuate.

I titolari delle aziende indotti alle “sponsorizzazioni”, complessivamente 4 soggetti, sono stati parimenti indagati per aver indebitamente corrisposto i relativi benefici, ricercando un illecito vantaggio in procedure amministrative.

Le indagini, tra l’altro, permettevano di rilevare, la natura fittizia delle medesime sponsorizzazioni, stante l’inesistenza di qualsiasi attività pubblicitaria da parte della Associazione Sportiva Dilettantistica.

Il provvedimento cautelare interviene nella fase delle indagini preliminari ed è basato su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio, nel rispetto, pertanto, della presunzione di innocenza che l’art. 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a sentenza definitiva.

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