mercoledì, Dicembre 11, 2024

Da venditore ambulante a campione di boxe, il libro di Mouhamed Ali Ndiaye presentato a Capo d’Orlando

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È parte del programma dell’estate orlandina la presentazione del libro “Mi chiamo Mouhamed Ali Ndiaye” di Rita Coruzzi e Mouhamed Ali Ndiaye, prevista per sabato 5 agosto alle 19 in Piazza Matteotti, a Capo d’Orlando. In base al tempo, la presentazione potrebbe essere spostata in biblioteca, sempre alle 19.

Una serata pensata per conoscere il primo senegalese campione di pugilato in Italia, da venditore ambulante in clandestinità a campione di boxe a livello nazionale.

Mouhamed Alì Ndiaye, nato in Senegal da un padre pugile che vive nel mito del grande Muhammad Ali e che sogna per il figlio un futuro importante, pugile lo diventa davvero. Dal Senegal alla Francia e dalla Francia in Italia per migliorare i suoi allenamenti e la sua preparazione nella boxe, Mouhamed si ritrova senza documenti e senza una casa dove stare, senza un lavoro stabile ma con un obiettivo ben preciso: restare sul ring e continuare con il pugilato.

Capo d’Orlando è pronta ad accogliere un testo universale che sta girando tra diverse scuole e realtà nazionali e internazionali partendo dallo sport per parlare di integrazione, lotta al razzismo, difficoltà a inseguire i propri sogni e ad accettare sconfitte e ostacoli.

A presentarlo sabato 5 agosto a Capo d’Orlando il campione Mouhamed Ali Ndiaye con l’assessore alla cultura del Comune Giacomo Miracola; Carlo Sapone, responsabile Biblioteca Comunale; Rachele Sgrò, contributor Freelance per riviste e magazine sportivi e Valentina Geraci, ricercatrice per realtà nazionali e internazionali sulle relazioni Italia – Senegal.

La domenica mattina inoltre, chi vorrà potrà allenarsi con il campione, in maniera gratuita: riscaldamento, basi di pugilato, addominali, allungamenti ecc vista mare. Piazzetta nei pressi del Cinema CineTeatro Rosso di SanSecondo, Capo d’Orlando.

“L’idea del libro – dice Mouhamed in un’intervista sul sito africarivista.it – nasce nel 2016 grazie a Franco Ligas, uno dei commentatori dei miei incontri alla Mediaset. Grazie al suo intervento ho conosciuto la cara, oggi amica, Rita Coruzzi e insieme abbiamo scritto il libro “ Mi chiamo Mouhamed Alì”, Edizione Piemme. È stato un percorso lungo due tre anni. È stato un salto tra ricordi, paure e speranze. Un viaggio insieme, tra domande e curiosità, con salti nel mio passato senegalese e in quello più recente in Italia.

Questo libro, la mia biografia, vuole essere un libro per tutti. È un testo direi universale che lascia un messaggio a chi combatte sui ring, e a chi lo fa nel quotidiano tra sfide personali e professionali, tra piccoli e grandi sogni. Tra le righe del nostro libro, un messaggio fondamentale lo rivolgiamo ai genitori. Sono i genitori che devono accompagnare i loro figli nella realizzazione dei rispettivi desideri. I genitori sono dei pilastri nella vita dei loro figli e sono coloro che hanno nelle mani un’arma importante: quella di educare alla forza di volontà e al coraggio.

Questo libro, a mia volta, è una dedica a mio padre, il mio più grande sostenitore. Colui che mi ha insegnato che qualunque cosa accada, dovrò rialzarmi e andare avanti. Come sul ring così nella vita. Le parole di mio padre risuonano nella mia testa e oggi tra queste pagine raccontano di volontà, sogni e inclusione. Nella copertina, in fondo, il cuore del libro “Nessuno può fermarti se decidi di lottare per realizzare un sogno”. Nessuno.”

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